“LA FELICITA’ TOTALE E LA TOTALITA’ DELL’ESSERE E’ SOLO OLTRE ”
La comunicazione del “NON CAPITO”
Purtroppo il capito viene verbalizzato mentalmente. Questo processo lo impoverisce, gli impedisce di spaziare e lo rende simile al verbale.
Le grandi scoperte non sono quasi mai il frutto di coincidenze, ma sono il meraviglioso momento, talvolta, istante, nel quale la mente si apre al non capito, supera le barriere dell’IO verbale e razionale, riduce gli stimoli, e con una calma che da forza riesce per alcuni istanti (talvolta di più) a interpretare/sentire l’immensità dell’UNO.
Questi istanti creativi e favolosi ci fanno vedere tutto con la massima semplicità.
E’ come, se improvvisamente, si aprisse una porta che schiude un panorama della psiche immenso e meraviglioso.
Come è possibile favorire questo stato? Una risposta può essere attraverso le emozioni esaustive e calme. (In fine dispensa tratterrò gli 8 punti necessari).
Per esempio, un innamoramento corrisposto da luogo a emozioni di dolcezza e di tenerezza che si avvicinano al non capito. E’ un linguaggio superiore, ma in questa dispensa per renderlo, più immediatamente accessibile, preferisco chiamarlo “non capito”.
Altri momenti di NON CAPITO, possono sorgere talvolta negli stati di ebrezza, lontani dall’ubriacatura.
Nella notte al buio, possiamo allontanarci dal parlato razionale fino ad ottenere istinti di illuminazione, che trasferiti al mattino cambiano in meglio la realtà. I nostri progenitori, avevano intuito il potere magico della notte creando il proverbio “la notte porta consiglio”.
Molti pazienti, mi dicono: che quando hanno un problema ci mettono una notte di mezzo e quasi sempre lo risolvono.
Quanto sopra ci conferma che l’assenza di stimoli, la calma, il tempo che non incalza, favoriscono lo stato di NON CAPITO.
Come perseguire il NON CAPITO e renderlo sempre più frequente:
1.Non fermarsi all’apparenza
2.Valicare gli orizzonti razionali
3.Cercare il magico, in quanto si avvicina all’irrazionale e al NON CAPITO
4.Esercitare l’autoipnosi e l’autosuggestione
5.Sfruttare i momenti di non presenza dell’IO e dell’ultra sensibilità
(esempio, nausea, semi-veglia, trance, etcc)
6.Se capita, utilizzare i momenti di ebrezza
7.Esercitarsi a prolungare i sogni
8.Immaginare la nostra vita in un altro regno (paradiso, purgatorio, inferno).
Professore
Francesco Pesce