Diamo per scontato che le richieste di base sono motivate. E’ vero che la spaccatura sociale in Francia sta ampliandosi, i lavoratori poveri si moltiplicano, le famiglie non arrivano a fine mese. Da anni scrivo di questo contesto che sembra peggiorare inesorabilmente.
Il malessere è peggiorato esponenzialmente con le condizioni di vita. E’ vero che il paese offre aiuti che in altri paesi non esistono ma è anche vero che la burocrazia francese supera ogni immaginazione. Rallentando certe pratiche si tarda a fornire gli aiuti che spesso arrivano a famiglie che nel frattempo si sono sovra-indebitate. E via dicendo…
Ma c’è un ma… E’ vero ed indiscutibile che la popolazione che ha indossato inizialmente il famoso gilet è stata infiltrata e manipolata da estremisti di tutti i tipi che ne hanno corrotto l’immagine. I colpevoli non sono i media signori. E’ vero, che i media non sono sempre degli stinchi di santo, anzi, spesso viaggiano sull’onda delle emozioni e mi scuso con i colleghi tivù che grazie alle immagini riescono meglio a gestire le opinioni.
Ma non ditemi che è tutta colpa loro. Perché significa dire che il popolo è bue. Chi osa dire che diversi esponenti e portavoce dei gilets gialli provengono da gruppi neonazisti, antisemiti & Co non lo fa per abbassare le rivendicazioni dei GJ ma per avvertire, per suonare un campanello d’allarme. La quenelle di Diodeunné, il cosiddetto “umorista” che non mi fa ridere e che ha inventato questo nuovo gesto d’estrema destra è un segnale, gli insulti ad una signora ebrea nel metrò sono un segnale, i propositi sui social network sono chiari ! Ormai siamo al complotto giudeo-massonico.
Tutto ciò a scapito di chi soffre. Io stessa ho firmato delle petizioni dei Gilets, soprattutto quella per le pensioni basse. I giornalisti cercano di capire ed i famigerati media hanno invitato tutti i portavoce dei GJ, anche quelli sulla sincerità dei quali nutro seri dubbi.
Ieri, sabato, diventato ormai giorno giallo, dei Gilets hanno sfilato davanti a France Télévision, BFM, Libération, scandendo “journalistes collabos”, giornalisti collaborazionisti. Ma grazie… e se i giornalisti non ci fossero chi darebbe loro visibilità e parola che si trovino sugli Champs Elysées o negli incroci di campagna?
Su! Ci sono già abbastanza divisioni, andare anche contro la stampa non è molto democratico.
Luisa Pace