100 anni or sono Albert Eistein descrisse la presenza di vibrazioni gravitazionali dovute allo scontro/fusione di due masse (buchi neri) ad altissima velocità rompendo la barriere spazio – tempo. Ma la strumentazione dell’epoca non consentiva di rilevare queste micro vibrazioni attraverso il dilatarsi dello spazio – tempo.
Il linguaggio superiore che si avvale di tutti i mezzi oltre l’IO, prese in considerazione massivamente le vibrazioni e la dispensa numero 18, al fine di sentire lo spazio intorno a noi. Alcune vibrazioni favoriscono il passaggio dell’inconscio medio di cui i contenuti relativamente vicini alla coscienza.
Vibriamo sonoramente quando emettiamo frasi assertive forse non proprio per il contenuto semantico ma per le vibrazioni sonore che quel tipo di frase genera quasi miracolosamente.
Per favorire il miracolo è necessario ripetere più volte frasi assertive del tipo (bene, sono bravo, sono fortunato, sono intelligente, tutto mi andrà bene, il futuro migliorerà sempre).
Le frasi assertive produrranno un miglioramento dell’organismo e dell’ambiente, non credo per una forma larvata di autoipnosi, ma l’azione che questo tipo di vibrazioni operano sui neuroni del soggetto e sull’ambiente (che sappiamo è tutt’uno).
La frase assertiva “tutto mi andrà bene”, se ripetuta molte volte influenzerà l’ambiente e noi stessi (facile a riscontrare).
Come le onde gravitazionali sono così piccole che sfuggono alla vista, gli oggetti, ricevono la modifica vibrazionale, altrettanto dalle onde sonore ottenute tramite la frase assertiva. Da qui la necessità di ripeterle (le frasi assertive) per avere una sommazione infinita e sempre più determinante.
La nuova disciplina chiamata meta medicina ci insegna che quando si vuole sfuggire ad una situazione che comporta una lezione importante per la nostra evoluzione, la malattia può obbligarci ad affrontarla. Quindi è saggio non sfuggire a tutte le istanze evolutive. Se la somatizzazione funziona in senso negativo (patologico) perché non dovrebbe funzionare in senso positivo?
Nel mio passato ho curato una paziente che è stata molto male nell’ambiente di lavoro. Entrata con concorso, posto fisso sicuro, ben retribuito, ma ci stava molto male. Non potendo accettare l’idea di lasciare un posto simile trovò come unica soluzione quella di ammalarsi. Ebbi il coraggio di consigliarle l’allontanamento facendo delle prove con licenze malattia, durante le quali inevitabilmente migliorava. Consigliai di mettersi in malattia definitiva. Perso il posto di lavoro è guarita!
Non so se in Italia è stato pubblicato il libro francese “Parteciper a l’Universai de corps et d’Esprit” (tornare a far parte dell’universo sani nel corpo e nello spirito) autrice Claudia Rainville. Questo libro diceva molti anni fa ciò che parte di questa dispensa dice oggi.
Con l’invito a pronunciare, fonandole, quante più, frasi assertive possibili. Tenendo presente che “la perfetta salute e il pieno risveglio sono in realtà la stessa cosa”.
Le spiegazioni gli inviti di questa dispensa vanno utilizzati in maniera indottiva (ricerca) piuttosto che deduttiva (conclusione).
Prof. Dott. Francesco Pesce
Titolare della Cattedra di Psicoterapia Dinamica della I.S.P.
Dottore in Psicologia Clinica
Psicoterapia delle Nevrosi e Psicosi
Dottore in Sociologia
Perito del Tribunale Civile e Penale di Roma