di Agostino Spataro
Fra le mie carte polverose ho trovato una e-mail che mi ricorda la mia condizione di eterno aspirante giornalista a tempo pieno, professione che, per cause diverse, non ho potuto esercitare seppure sono iscritto all’Ordine da 35 anni.
La lettera proveniva da San Carlos di Bariloche e la pubblicai sul mio blog http://montefamoso.blogspot.com/2017/10/bariloche.html proponendomi di scriverci sopra un pezzo sull’intricato tema della collaborazione di scienziati nazisti con il programma nucleare argentino.
La cosa é andata così. Trovandomi in Argentina per un’intervista (pubblicata in “La Repubblica”) a Maria Kodama sul viaggio in Sicilia di Jorge L. Borges e avendo letto in un libro di Abel Basti della presenza di nazisti a Bariloche, fra i quali l’autore e i servizi Usa ci mettono lo stesso Hitler (?), mi recai in questa rinomata cittadina turistica, sperando di fiutare qualcosa, di raccogliere qualche informazione.
Bariloche é bellissima. Situata ai piedi delle Ande, circondata di laghi ameni e di foreste antichissime e da specie rare, é abitata da una numerosa colonia di tedeschi.
Un tempo la componente dominante erano i “mapuches” (indios che popolavano buona parte del Cono Sur), fino a quando non furono sterminati dal generale Roca che operò una vera e propria “pulizia etnica”, nella seconda metà dell’ottocento.
Dopo questa “ripulitura”, giunsero gruppi consistenti di tedeschi che qui s’insediarono e fondarono
la città, sullo stile tipico dei land bavaresi.
I nazisti vi giunsero dopo la sconfitta della Germania etrovarono un’ottima accoglienza da parte dei connazionali già residenti e delle autorità argentine che avevano bisogno di tecnici, di scienziati per realizzare il loro ambizioso programma nucleare.
Per molti anni, “sindaco” dei tedeschi di Bariloche fu Erik Priebke, salumiere, dopo essere stato il boia delle Ardeatine, il quale – scrive Basti- incurante delle inchieste italiane aperte a suo carico, passava i pomeriggi a giocare a scacchi con il… console italiano. Senza nemmeno aver cambiato nome: Priebke era alle Ardeatine e Priebke rimase a Bariloche. Fino all’estradizione e alla condanna all’ergastolo.
Casualmente, entrai in contatto con un docente del Centro atomico di Bariloche che era stato allievo di uno dei più importanti scienziati nazisti fondatori del Centro.
L’articolo non lo scrissi poiché, dopo i primi, promettenti scambi, la corrispondenza s’interruppe, senza una plausibile ragione. Da entrambi le parti si lasciò cadere…
Di quel contatto, mi restano la copia sbiadita di una foto di Hitler che passa in rassegna i marinai del sottomarino che per primo attaccò la Polonia, fra i quali c’era il futuro scienziato atomico di Bariloche, e la e-mail (vedi testo sotto) dalla quale ho cancellato i dati riferiti al mio corrispondente, per evitargli noie. Nulla di sensazionale, per carità! Solo una modesta esperienza, per altro, incompiuta, per dire che quando si ha voglia di fare informazione, si possono trovare le chiavi giuste, anche in contesti così complessi.
(Giugno 2018)