Un sistema parallelo di raccolta, perfettamente oliato e controllato, in grado di produrre introiti milionari, aggirare le leggi italiane e truffare Stato, giocatori e concessionari. E’ quanto emerge dalla lettura del decreto di fermo di “Anno Zero”, l’operazione con 21 arresti portata a termine la scorsa settimana dalla Procura di Palermo. In un’imponente quantità di notizie, intercettazioni, fotografie, gli investigatori tratteggiano con precisione un fenomeno che Agipronews ha già raccontato nei dettagli: una vera e propria aggressione alla rete legale da parte del crimine. Lo strumento, in quest’ultimo caso, è stato l’utilizzo di un sito illegale (“17nero”), controllato da un imprenditore (Carlo Cattaneo) che si è affermato nel settore scommesse – scrive la Procura palermitana – “grazie al rapporto instaurato con l’associazione mafiosa”, in particolare con la cosca di Castelvetrano che fa capo al superboss Messina Denaro. Un’infiltrazione che avviene “all’insaputa delle società concessionarie titolari del circuito”, riporta il documento. Nelle 846 pagine dell’Antimafia di Palermo, d’altronde, non c’è alcun riferimento a rapporti con gli operatori: la connection avviene sempre sul territorio, attraverso agenti o master che favoriscono l’inquinamento della rete, e a danno della filiera autorizzata.
Dopo “Anno Zero” – Nelle carte dell’Antimafia di Palermo i siti esteri illegali, il denaro cash e il controllo del territorio
ROMA – Nessun dubbio, da parte della Procura, viene sollevato sulla liceità dei “Punti di commercializzazione” per la promozione del gioco online, sempre a patto che si limitino a “fornire un supporto tecnico al giocatore, senza intercedere in alcun modo nel contratto di scommessa”. Tra i concessionari e i titolari dei punti di commercializzazione si pone la figura del “master”, responsabile per la diffusione commerciale dei siti e brand del concessionario, con il compito di affiliare nuovi punti di commercializzazione – oltre a sale giochi e scommesse – e gestire la successiva relazione operativa con il vertice dirigenziale del concessionario. Nessun appunto né censura dalla Procura, che si limita a esporre le modalità del business senza mai accennare a possibili abusi o violazioni.
Come funziona il business – Il sistema illecito più comunemente utilizzato dalle agenzie clandestine, riferisce Agipronews, è quello di far giocare i propri clienti su postazioni telematiche collegate a siti di gioco stranieri (e perciò illegali) riconducibili al “circuito di gioco” connivente, per poi pagare le vincite o riscuotere le poste in contanti, “compiendo una truffa ai danni dello Stato attraverso l’attività di intermediazione” scrive la Procura. Il conto di gioco non è collegato al Totalizzatore Nazionale, per cui tutta l’attività avviene in totale evasione d’imposta. I siti internet di gioco illegali vengono registrati in Stati esteri al di fuori dello spazio economico europeo, “con cui non esistono forme di cooperazione giudiziaria o di polizia”.
La distribuzione – Cosa Nostra garantisce ai proprietari dei siti l’esclusiva dei loro centri di scommesse su un determinato territorio, impedendo la penetrazione della concorrenza, in cambio “i proprietari dei siti garantiscono all’organizzazione criminale il pagamento di una quota dei propri guadagni”, ovvero la partecipazione diretta dell’organizzazione mafiosa nella gestione della raccolta delle scommesse illegali.
Pagamenti cash – Le procedure antiriciclaggio sono sostanzialmente ignorate, dal momento che “gli scommettitori non vengono identificati”: tutte le transazioni avvengono in contante ad opera degli stessi titolari dei centri, che periodicamente (in genere con cadenza settimanale) provvedono a riversare ai proprietari dei siti internet illegali la differenza tra quanto incassato dalle giocate e le vincite pagate, al netto delle proprie provvigioni.
Dopo “Anno Zero” – Nelle carte dell’Antimafia di Palermo il pentito Macaluso: “Sistemi informatici per aggirare i controlli”
Chi comanda – A gestire questi “circuiti di gioco” sono dei gruppi di persone – sottolinea l’Antimafia – “organizzati secondo standard d’impresa, dotati di un ramificato sistema illegale di raccolta delle scommesse telematiche online grazie ad una rete capillare di agenzie, piccole e medie. Generalmente si tratta di un’organizzazione “a piramide”, con al vertice “il gruppo che è titolare di un “circuito di gioco” che si propone sul mercato web con diversi “siti di casinò” o “circuiti di gambling”, ognuno dei quali presenta una propria “Skin” (o “pannello” nel gergo criminale).
Le mafie nel gioco – Negli ultimi anni, Cosa nostra ha acquisito rapidamente il monopolio delle scommesse sportive on line nelle realtà territoriali controllate. E’ infatti evidente – scrivono i magistrati – che, soprattutto nei quartieri popolari, la penetrazione di un determinato circuito di centri scommesse di uno specifico sito di gioco on line può essere favorita o ostacolata da Cosa Nostra, “grazie alla sua capacità di controllo del territorio basata sui metodi di intimidazione e violenza che le sono propri”.
Le parole del pentito – Uno dei protagonisti mafiosi dell’illecito accordo affaristico-mafioso è il palermitano Sergio Macaluso, affiliato alla famiglia mafiosa di Resuttana, e tratto in arresto nell’operazione “Talea”, che ha messo in luce i rapporti tra i mandamenti mafiosi di San Lorenzo e Resuttana e i gestori delle scommesse sportive on line. In una delle ultime deposizione all’Antimafia, non più di due mesi fa, Macaluso chiarisce alla Procura il contesto: “Cosa nostra ha iniziato a interessarsi del settore intorno al 2013-2014. L’infiltrazione è avvenuta stringendo accordi con i proprietari dei siti di scommesse, molti dei quali vengono aperti a Malta, che garantisce un regime fiscale molto più favorevole. All’interno delle agenzie di scommesse sportive vi sono dei sistemi per occultare l’impiego dei siti di scommesse “.com”, che vengono immediatamente disattivati in caso di controllo. Anche i pagamenti da parte del “banco”, nel caso in cui vinca il cliente, avvengono in “nero” e mediante contanti. La affidabilità dei proprietari dei siti risiede proprio nella loro capacità di pagare anche le più grosse vincite, mediante ingenti somme di denaro che vengono versate in contanti”. E’ il nuovo business delle scommesse illegali, a cui il procuratore Antimafia, Federico Cafiero de Raho, propone di mettere un argine – scoprendo abusi e illegalità – persino con l’utilizzo di “agenti provocatori” nei punti vendita.