Ad affermarlo è Giuseppe Ciminnisi, responsabile nazionale dei familiari di vittime di mafia dell’associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione.
“Paradossalmente, mentre si svolge il processo sulla cosiddetta “Trattativa Stato-Mafia” che avrebbe dovuto portare i mafiosi ad abbandonare la strategia stragista, ottenendo in cambio un alleggerimento delle pene, compresa l’abolizione del regime di 41bis, in piena campagna elettorale Potere al Popolo chiede l’abolizione del carcere duro per i mafiosi.
Noi familiari di vittime innocenti di mafia- continua Ciminnisi – l’abolizione del carcere duro la leggiamo come una sconfitta dello Stato, non soltanto per un desiderio di Giustizia – che non rappresenterebbe comunque una mera vendetta – quanto per l’ulteriore possibilità che verrebbe data ai mafiosi di coordinare e gestire dall’interno delle carceri la loro organizzazione criminale.
Inoltre, perché a poca distanza dalle elezioni un partito politico deve trasmettere questo messaggio che in ben altri momenti poteva essere discusso analizzandone tutti gli aspetti, rivedendone eventualmente quelli che hanno potuto portare a una errata applicazione del regime carcerario speciale che, in quanto tale, andrebbe applicato solo in talune circostanze e a taluni soggetti?
Se la cosiddetta “Trattativa” – pur non condividendola in quanto ulteriore e manifesta debolezza dello Stato – aveva in sé un ritorno qual era il porre fine alle stragi, quale ritorno ne avrebbero oggi la Giustizia e la società civile da un regalo elargito senza se né ma?”