Tacere è un’arte difficile per chi non ci è tagliato. E pare che ad essere affetti da incontenibile logorrea, che è l’opposto del tacere, specie di quello doveroso, a non essere proprio tagliati per l’arte di stare zitti, siano i magistrati, specie quelli che, poi, contestano a funzionari, uscieri, ministri qualche parola sbagliata, magari carpita con intercettazioni telefoniche e “cimici” anche in camera da letto.
Leggo su “Antimafia 2000” (il giornale on line del guru Giorgio Bongiovanni, quello con la croce dipinta sulla fronte, “organo ufficioso” della Procura di Palermo”, secondo l’imprudente qualifica datagli da “Ingroia) l’anticipazione delle dichiarazioni fatte a Bruchi e Loquenzi a RAI 2 da Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.
E’ opportuno riportare subito questo passo.
Gratteri: Gratteri ha escluso di poter andare a fare il Ministro della Giustizia nel prossimo Governo se il futuro Presidente del Consiglio gli desse “carta bianca”. “No, ha detto, perché oggi, in base alle previsioni non c’è nessuno che può permettersi di fare questo discorso, non si prevedono maggioranze tali da consentire rivoluzioni che si fanno quando si hanno maggioranze forti (…ha studiato la storia sul testo di Pinocchio!) e gente autorevole” (!!!???).
Risparmio il resto.
Ma quel che dell’intervista interessa ed allarma più della “rivoluzione impossibile”, della “carta bianca” che non gli è data e della (condivisibile) sua mancanza di autorevolezza rivoluzionaria o no, è il giudizio che Gratteri dà del Corpo elettorale della sua Regione, la Calabria.,
Una delle costanti delle “esternazioni” di Gratteri è la preoccupazione di dimostrare che la Calabria è la capitale della mafia. Altro che Sicilia, altro che Palermo, Trapani, Corleone, etc. etc. altro che “Cosa Nostra”, Riina, Provenzano, Messina Denaro. La mafia vera, forte, imperante su governi e continenti è quella Calabrese, la ‘ndrangheta, le “’ndrine”. Lui tifa perché sia la ‘ndrangheta a vincere il campionato mondiale. E poiché lui non sarà ministro con tanto di “carta bianca” (bella espressione del nuovo costituzionalismo togato!!!) così andrà! ça irà!!
E poiché siamo in periodo elettorale (pur senza che gli si dia “carta bianca”) Gratteri traduce in numeri, in voti, il potere superlativo della ‘ndrangheta. “Un mafioso in lista sposta il 20% dei voti”. Questo è addirittura il titolo del pezzo di “Antimafia 2000”.
La ‘Nadrangheta secondo il loquace Sig. Procuratore antimafia che più antimafia di così non si può, se la batte con le principali forze politiche (e impolitiche).
Certo un Procuratore “antimafia” in una terra in cui il 20% degli elettori è mafioso e un superprocuratore. E intanto, in attesa che ci sia qualcuno che possa permettersi il lusso di dargli “carta bianca” (nuovo istituto costituzionale) si dovrebbe cominciare a dargli la cittadinanza onoraria di città e villaggi come a Di Matteo, anzi a qualcuno di più.
Non c’è che dire: Gratteri ama la sua terra. Ma se è vero che quella della mafia è forza intimidatoria e magistrale sfruttamento anche della millanteria, ogni volta che le manca il reale sostegno dei potenti, bisogna dire che Gratteri sta compiendo opera di concorso esterno, un po’ stupido in associazione mafiosa. Un reato che, se avesse “carta bianca”, non esiterebbe, magari, a istituire. Per gli altri.
Mauro Mellini
Quelli che criticano Gratteri adesso, mi ricordano quelli che criticavano Falcone e Borsellino 30 anni fa. Adesso Falcone e Borsellino sono eroi per tutti (formalmente). Gli stessi politici che vanno alle commemorazioni dei giudici, sono imputati dopo 30 anni da altri giudici per reati come “concorso esterno in associazione mafiosa”. Adesso destra e sinistra sono d’accordo per fare il ponte sullo stretto. Ho poca speranza che Gratteri riesca a fare qualcosa. Dovremmo essere tutti uniti a difenderlo, anche considerando che a Gioia Tauro arriva la droga del Sud America, per la quale molte persone sudamericane sono morte e tuttora rischiano la vita. E’ facile fare commenti, ma intanto magari in Paraguay, un Paese che magari il 50% dei giovani non sa neanche dov’è, c’è chi rischia la vita per colpa della ‘ndrangheta calabrese.
Non capisco cosa abbia detto di sbagliato. Non è forse vero che la criminalità organizzata controlla una percentuale di voti, che poi spesso è quella che fa la differenza fra chi vince le elezioni e chi le perde?
Suvvia, non si focalizzi su che c’è l’ha più grande, la criminalità.