Il fatto che questa maggioranza sia alla frutta (non allo sbando, perché per sbandare ci vuole velocità e piede sull’acceleratore, loro sono invece sbracati su una panca con un vermouth in mano) lo si evince facilmente dalle dichiarazioni della Senatrice Cirinnà, che per aver fatto una (anzi mezza) cosa buona – la legge sulle unioni civili – ne fa un’altra talmente ridicola da oscurare tutto il resto.
Insomma che succede? C’è il gay pride a Latina (località notoriamente non di sinistra e uso un eufemismo), e un simpaticone espone il cartello “W LA FICA” sul balcone di casa.
Adesso, possiamo essere politically correct quanto ci pare, ma io l’ho riletto più volte: c’è proprio scritto “W LA FICA”.
Non “abbasso i gay”, oppure “a morte gli omosessuali”, oppure “l’Italia agli italiani, la famiglia ai famigliari e il pisello a tutti tranne che a me”.
C’è scritto che a lui piace la jolanda.
Provocatorio? può darsi. Inopportuno? boh.
Illegale?
Fermi. Qua dobbiamo capirci bene.
SE viene commesso un reato, allora è giusto che venga perseguito.
Ma se come io penso (e la polizia che gli ha rimosso lo striscione non ha saputo dargli una motivazione legale) dire che ti piace la jolanda è un diritto costituzionale quanto sfilare nudi per il centro inneggiando all’amore omosessuale, allora la Cirinnà avrebbe fatto meglio a starsi zitta, e invece di indignarsi per questa cazzata indignarsi (anche se è tardi) di tutti i soldi che le banche italiane hanno sottratto ai risparmiatori, e delle decine di miliardi che ora dobbiamo tirare fuori per non licenziare migliaia di persone.
Sai che c’è, a me uno che dichiara di amare la fica mi fa solo ridere.
E che c’era bisogno di dirlo? Comunque viva la fica, e abbasso i moralisti della domenica.