Se ci voleva una prova della frattura tra francesi e politici il primo turno del voto per le legislative ne è stata la prova. In teoria ha vinto il partito En Marche del Presidente Macron che potrà contare su una maggioranza in parlamento.
Hanno perso i partiti tradizionali ed gli estremi come il Front National et La France insoumise, estrema destra ed estrema sinistra. Il Partito socialista è il fanalino di coda.
Ora i perdenti chiedono la mobilitazione di tutti al secondo turno di domenica prossima ma les jeux sont faits: hanno vinto l’astensione ed i voti bianchi. E’ dal 1958 che non si conosceva un’astensione così elevata. Il voto è un dovere oltre che un diritto, considerate le battaglie fatte per la democrazia ma quanto l’astensione diventa così importante e storica, il messaggio è enorme.
In pochi mesi i francesi hanno votato alle primarie socialiste e del centrodestra, primarie non proprio rispettate, soprattutto dal PS di cui molti pezzi grossi sono passati al “voto utile” con Macron per fronteggiare il FN. Più due turni per le presidenziali, infine le legislative. E devono ancora votare al secondo turno per le triangolari.
Nel frattempo la Francia è ferma. Non governata ed ingovernabile. La spaccatura è un baratro. Macron ha la maggioranza ma visto il numero di politici che sono affluiti nel suo partito sia dal PS che dai LR che si guarderanno tutti di traverso. Compagni di lotta o possibili traditori?
Luisa Pace