Un episodio qualsiasi di ordinaria sciocchezza: un Senatore, tale Bartolomeo Pepe, che ha lasciato il Movimento 5 Stelle ed è passato al Gruppo Misto, ma non per questo sembra sia divenuto più ragionevole né abbia acquistato almeno un “misto” di buon senso, ha “scoperto” l’altro giorno la vera matrice della strage di Londra: “c’è dietro la Massoneria”. Quale prova inoppugnabile del suo assunto ha prodotto una foto. Dell’attentatore? Di un documento? Nossignori. Di un elicottero con un emblema. Squadra e compasso, indiscutibilmente massonici. Ha pubblicato la foto sul web e, stante l’evidenza inoppugnabile di tale prova, ha ritenuto di doverci scrivere solo “no comment” (il “padrecoscritto” conosce evidentemente l’inglese e le cose e le persone del Regno Unito).
Senonché l’elicottero non aveva lanciato bombe né sventagliato raffiche di mitraglia sulla folla, era uno di quelli dei soccorritori. Comprato dal Comune di Londra con una somma donata dalla Massoneria, che in Inghilterra, e non solo, compie certe donazioni che nessuno si sogna di nascondere di aver ricevuto.
Storia, dunque, di ordinaria imbecillità. Che, magari, tanto ordinaria non è se protagonista ne è un Parlamentare, sia pure 5 Stelle, in servizio oppure ex.
C’è una inestimabile sete di complotti, di misteri, di “quello che c’è dietro”. Una sete che sortisce l’effetto di abituarci a considerare cazzate ogni notizia al riguardo e, quindi, di fornire un ottimo schermo a molte verità che tanto misteriose e imperscrutabili non sono. Io ho sempre sostenuto che quanti hanno la mania di denunciare sempre “quello che c’è dietro” quello che non capiscono (che è molto, troppo) non vedono e talvolta non vogliono, ciò è perché non sanno vedere quelli che c’è davanti ai loro occhi.
“I cretini sono tanti” diceva amareggiato Leonardo Sciascia.
Quasi contemporaneamente leggo che Giorgio Bongiovanni, il guru con la croce dipinta sulla fronte, direttore di “Antimafia Duemila”, il quotidiano on line “organo ufficioso della Procura di Palermo” (lo dice Ingroia) il principale supporter del noto magistrato Nino Di Matteo, l’”uomo simbolo del processo trattativa” etc. etc. quello che si è fatto trasferire “restando al suo posto”, ha scoperto che la Commissione Parlamentare (l’ennesima) ha scoperto novità sconvolgente sul “Caso Moro”.
Novità, ovviamente, avvolte nel mistero.
Moro fu ucciso sì, dalle B.R., ma queste c’entrarono con il suo rapimento e con il suo assassinio solo così, per modo di dire, limitandosi a prelevarlo, facendo strage della scorta e poi premendo il grilletto per ucciderlo. Ma solo per incarico ricevuto. Da chi? Naturalmente da un complotto internazionale cui parteciparono tutti, o quasi i “soliti ignoti” cioè ben noti, C.I.A., K.G.B., poteri occulti (Massoneria), Multinazionali, Servizi Segreti Italiani (deviati) etc. etc.
Qualche tempo fa è avvenuto che scrivessi che la Massoneria, che si afferma ci sia dietro e sopra la mafia, è l’alibi per i magistrati frustrati per le difficoltà che incontrano nelle loro indagini e per i molti punti oscuri che in esse si creano. Alibi per una frustrazione. E per una cretineria, come avrebbe detto Sciascia, tanto diffusa ed in espansione. Ma frustrata.
Come risolvere il problema del c.d. populismo? Della gente arrabbiata e frustrata? Complotti ci vogliono! Tanti complotti. E, naturalmente, buoni guru che li predichino e li presentino al pubblico tratti dai canovacci degli atti processuali di magistrati altrettanto frustrati. La terapia da complotto.
Mauro Mellini