Nel quadro dei proficui e opportuni scambi tra il Museo Salinas di Palermo e il territorio circostante, dal 18 marzo 2017 ritornano – per la prima volta all’Antiquarium di Himera – in esposizione temporanea, due importanti opere acquisite dal Museo Salinas tra l’ottocento e i primi decenni del novecento grazie a rinvenimenti occasionali avvenuti negli antichi cimiteri della città greca di Himera.
Si tratta di una statuetta in bronzo raffigurante un sileno danzante, databile al 450 a.C. circa, e di un’anfora panatenaica a figure nere risalente al 490-480 a.C.
Sileno danzante
Personaggi mitologici fra i più diffusi nella letteratura e nell’arte, i sileni, così come i satiri, sono anch’essi figure con aspetto animale, di natura equina, con le orecchie e la coda di cavallo e spesso anche il caratteristico zoccolo. Così come le ninfe, erano considerati la personificazione della vita della natura e ricordati sempre strettamente legati ai boschi e all’acqua.
Anche i sileni si trovavano collegati con Dioniso e col suo corteo: stavano, infatti, intorno al dio del vino, lo accompagnavano, lo servivano e, partecipando ai riti orgiastici, soggiacevano essi stessi all’estasi data dallo stato di ebbrezza.
Anfora panatenaica
Sull’anfora rinvenuta a Himera, forse utilizzata come cinerario, sono rappresentati Atena Promachos (= che combatte in prima linea) tra due colonnine sormontate da galli e, sul lato secondario, una gara di lotta di due atleti nudi affiancati dal giudice della competizione che regge un tridente e da un assistente che regge uno strigile, lo strumento metallico ricurvo che nell’antichità gli atleti adoperavano per detergersi il corpo.
Le anfore panatenaiche sono contenitori ceramici per l’olio sacro che, nell’antica Grecia, veniva consegnato in premio agli atleti vincitori nell’omonima festa religiosa di Atene che si teneva ogni anno in onore della dea protettrice della città, le Panatenaiche appunto. Rinvenute per lo più in Attica (la regione di Atene), dove venivano fabbricate su commissione della città-stato (polis), sono diffuse anche in altre zone del Mediterraneo; in quanto oggetti molto ricercati, per la preziosità e il significato simbolico legato ai valori del mondo greco, venivano infatti spesso rivenduti.
Solitamente tali anfore erano caratterizzate da corpo panciuto e basso collo e decorate, nella tipica tecnica a figure nere, con la rappresentazione della dea Atena Pròmachos con una lunga lancia nella destra, lo scudo sollevato nella sinistra, un elmo attico in capo, tra due colonne sormontate da galli. Ricorreva inoltre, solitamente, un’iscrizione: “[io sono] delle gare di Atene”. Sul lato secondario veniva invece rappresentata la specialità dei giochi in cui si era distinto il vincitore (competizioni sportive e artistiche).