L’associazione di categoria Univendita prepara il ricorso al Prefetto e al Tar
L’ordinanza del sindaco di Porcari è inaccettabile e contro la legge – La vendita porta a porta non si può vietare né accostare alle truffe
«Non possiamo accettare che la vendita diretta a domicilio, attività praticata da migliaia di onesti incaricati in tutta Italia, sia accostata ad attività criminali quali truffe, abusi o rapine. La Legge non consente ai sindaci di vietare la vendita a domicilio con un’ordinanza. Faremo ricorso al Prefetto e al TAR per tutelare le aziende e i lavoratori che operano correttamente». È questa l’immediata reazione di Ciro Sinatra, presidente di Univendita (Unione italiana vendita diretta), la maggiore associazione di imprese del settore, a quanto contenuto nell’ordinanza 93 del 28/11/2016 emanata dal sindaco di Porcari (Lucca), Alberto Baccini, con cui si dispone il “divieto di svolgere attività di vendita porta a porta con la finalità di commercializzare prodotti, servizi o varie tipologie di beni…” nel territorio comunale di Porcari.
Univendita e tutte le sue aziende associate procederanno con i ricorsi al Tar e al Prefetto se il sindaco di Porcari non rivedrà immediatamente i contenuti dell’ordinanza.
«L’intenzione di garantire la sicurezza e la serenità dei propri cittadini è sicuramente lodevole e condivisibile ma non può tradursi in un provvedimento che impedisce di svolgere un’attività commerciale, come la vendita diretta a domicilio, prevista e regolata da leggi nazionali (la n. 114 del 1998 e la n. 173 del 2005) – prosegue Sinatra -. Nessuna ordinanza comunale può impedire alle aziende di operare con il metodo del “porta a porta”, né può obbligare queste aziende a fare ulteriori richieste di autorizzazione ai Comuni. Totalmente inaccettabile, poi, è l’idea che un Comune metta a disposizione un’area-ghetto in cui relegare l’attività delle aziende di vendita diretta al domicilio del consumatore. Chi pratica la vendita a domicilio nel rispetto della legge lo fa, appunto, nelle case degli italiani. E per potervi accedere è già munito di un apposito tesserino di riconoscimento, rilasciato dietro autorizzazione dell’autorità di pubblica sicurezza. È un aspetto determinante per Univendita che, sin dalla sua fondazione, nel 2010, è impegnata a garantire alti standard etici nello svolgimento della professione. Le pratiche commerciali disoneste devono essere perseguite con la massima determinazione: Univendita è la prima a richiederlo, a sostenere le leggi nazionali che già esistono a tutela del consumatore e a denunciare con forza le pratiche da Far West legate, ad esempio, alla vendita di contratti per l’energia, che danneggiano i consumatori e rovinano il mercato a chi opera in modo etico. E’ inammissibile e ingiusto che indistintamente a tutti i venditori a domicilio, fra l’altro un settore in crescita e ricco di opportunità lavorative, sia impedito di svolgere l’attività con cui mantengono le loro famiglie».
Univendita, nata nel 2010 per riunire l’eccellenza della vendita diretta a domicilio in Italia, si è dotata di una “Carta dei Valori” per promuovere un sistema etico che sia riconosciuto e applicato da tutti i soci. Le imprese associate si impegnano ad agire nel rispetto di valori fondamentali e irrinunciabili e a diffondere nel settore della vendita diretta comportamenti etici e sostenibili. Questi principi sono alla base del Codice Etico dell’associazione, che ha lo scopo di garantire che le attività di vendita diretta delle imprese associate e di tutti i loro incaricati si svolgano nel rispetto delle libertà fondamentali e della dignità delle persone, nella tutela dei diritti dei consumatori.
La vendita diretta a domicilio è un settore in piena salute: In Italia, come riferito da Il Sole 24 Ore, nel 2015 ha generato un fatturato complessivo di 3,1 miliardi di euro; Univendita, con vendite pari a 1,6 miliardi, rappresenta il 52% del mercato. Nei primi nove mesi del 2016 le imprese associate a Univendita, la maggiore associazione italiana di categoria delle vendite a domicilio, hanno registrato un fatturato di 1 miliardo e 146 milioni di euro, con un incremento dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il positivo andamento occupazionale della vendita diretta a domicilio conferma che si tratta di un settore che può offrire opportunità importanti in anni di crisi dell’occupazione: nel terzo trimestre 2016 il numero degli addetti alla vendita è cresciuto del 4,2%.
Univendita (www.univendita.it) Qualità, innovazione, servizio al cliente, elevati standard etici. Sono queste le parole d’ordine di Univendita, la maggiore associazione del settore che riunisce l’eccellenza della vendita diretta a domicilio. All’associazione aderiscono 17 aziende: AMC Italia, Avon Cosmetics, bofrost* Italia, CartOrange, Conte Ottavio Piccolomini d’Aragona, Dalmesse Italia, Fi.Ma.Stars, Jafra Cosmetics, Just Italia, Lux Italia, Nuove Idee, Ringana Italia, Tupperware Italia, Uniquepels Alta Cosmesi, Vorwerk Contempora, Vorwerk Folletto, Witt Italia che danno vita a una realtà che mira a riunire l’eccellenza delle imprese di vendita diretta a domicilio con l’obiettivo di «rafforzare la credibilità e la reputazione del settore tra i consumatori e verso le istituzioni». Univendita aderisce a Confcommercio.
La vendita diretta in Italia, come riferito da Il Sole 24 Ore, nel 2015 ha generato un fatturato complessivo di 3,1 miliardi di euro; Univendita, con vendite pari a 1,6 miliardi, rappresenta il 52% del mercato.