La campagna per il voto al referendum costituzionale del 4 dicembre si è accesa quasi di colpo. Con la fissazione della data sono cessate le manovre e le velleità dilatorie. Non è cessato l’intento truffaldino di parlar d’altro. La storia della legge elettorale e del mercato di qualche seggio in più assicurato con qualche modifica a questo o a quello, in cambio del chiudere un occhio, magari tutti e due sulle porcherie della riforma “ad personam” e “ad partitum” della Costituzione della Repubblica, scappano ancora fuori con espressioni tra il rimpianto dell’affare andato a monte e delle velleità di un “miracolo” in extremis.
Renzi che riconosce l’errore della “personalizzazione” del referendum, in realtà vi insiste.
Il fatto stesso di rappresentare una posizione del Governo nella riforma costituzionale è, al contempo, la dimostrazione della “personalizzazione della Costituzione” tentata con questo pasticcio, e della conseguente, perdurante personalizzazione del referendum. Il riconoscimento dell’errore è, in sostanza, quello di aver dichiarato di andarsene a casa se vincerà il NO.
Ma la campagna di Renzi, del Governo, dei loro adoratori più o meno rincoglioniti per il SI si profila già senza esclusioni di colpi, soprattutto di quelli proibiti.
Pare che Renzi abbia arruolato un “cacciatore di voti” americano specialista in campagne elettorali, maestro dell’organizzazione del “porta a porta” (non di quella di Bruno Vespa) e della “persuasione occulta”. In effetti molti mezzi di persuasione che si propone di usare è meglio che restino occulti come i fondi da usare per metterli in atto.
C’è un precedente poco lusinghiero. Nella campagna elettorale per una delle prime legislature della Repubblica, la D.C. ingaggiò uno specialista americano. Inondò il Paese di manifesti per una persuasione tanto occulta che nessuno ci capì un tubo e nessuno si persuase di nulla.
Renzi, piuttosto, pare abbia mobilitato le Ambasciate e i Consolati Italiani all’estero per raspollare il voto dei nostri Connazionali. Un voto che una legge sciagurata, che sembra redatta da un comitato per il broglio, saltando ogni controllo di genuinità del voto, si aggiunge al disorientamento per questioni nientemeno di funzionamento costituzionale di persone lontane dalla Madrepatria e pure dalla benché manipolata fonte di informazioni.
C’è poi la questione dell’uso dei media. Quelli direttamente controllati dall’imprenditoria e dalla finanza più o meno etrusca e confindustriale è facilmente immaginabile che giuocheranno sporco. Gli altri, se ci sono, potranno facilmente subire condizionamenti ed inganni di ogni genere, e magari cadere in equivoci favoriti dalla pluralità delle organizzazioni per il NO facendone derivare la possibilità di gravi e volontari ma anche involontari squilibri nei confronti televisivi con esponenti del NO praticamente di comodo. Zagrebelsky a confronto con Renzi è un esempio
Di prevaricazioni, di truffette, di abusi del potere e della funzione governativa ne vedremo d’ogni genere. Saranno le armi preferite del SI.
Il NO ha una sola arma: la ragione. Arma non facile a maneggiare.
Da usare e far usare con attenzione.
Mauro Mellini