Grande festa a Gorky Park per il progetto benefico in favore dei ragazzi orfani promosso dall’associazione GEOforChildren
Gambe, testa, ma soprattutto un grande cuore. La carovana di Ride to Moscow promossa dall’associazione GEOforChildren è arrivata a destinazione portando entusiasmo e molta solidarietà ai ragazzi orfani degli istituti per minori di Mosca. Paolo Ferraris, Arturo Giustina e Alessandro Ferraris – imprenditori e liberi professionisti rispettivamente 54, 55 e 60 anni – hanno pedalato per oltre 2.500 km partendo dal Friuli Venezia Giulia (precisamente da Staranzano in provincia di Gorizia) lo scorso 29 luglio per arrivare nella capitale russa domenica 14 agosto. Ad attenderli a Gorky Park sotto lo striscione di “arrivo” gli amici più cari. E il 15 agosto la festa con l’incontro con una ventina di ragazzi tra i 16 ed i 18 anni che saranno i primi destinatari del progetto.
Tutto è andato secondo il programma, anche se non è stato facile. «Il viaggio è stato lungo e senza sosta. Siamo andati avanti tutti nella convinzione che stavamo facendo una grande impresa superando anche i momenti di sconforto che non hanno mancato di farsi sentire», spiega Paolo Ferraris presidente di GEOforChildren e ideatore della maratona ciclistica solidale. «L’arrivo è stata una grande liberazione; è stata la soddisfazione di essersi misurati con se stessi per un traguardo ben più grande del nostro sforzo fisico e mentale. Vorremmo riproporre questa formula per la raccolta di fondi a scopo benefico: le idee non mancano». Infatti la Ride to Moscow è stata organizzata con il preciso scopo di alimentare il fondo “Una porta per la vita”: fondo istituito appositamente per dare vita a progetti finalizzati alla formazione e al reinserimento sociale dei ragazzi orfani russi, dai 12 ai 18 anni, che una volta raggiunta la maggiore età dovranno lasciare gli istituti dove sono cresciuti. I costi “vivi” della Ride to Moscow sono stati sostenuti interamente dal presidente di GEOforChildren così da permettere di devolvere in beneficenza tutti i contributi raccolti.
«In questa grande impresa ci ha spinto l’obiettivo finale», prosegue Ferraris. «Non sono mancati momenti di sconforto dettati dalla fatica, dal freddo e dalle intemperie che abbiamo dovuto affrontare, dalle difficoltà trovate sulle strade non sempre perfettamente asfaltate e talvolta non al riparo dal passaggio di mezzi a forte velocità». I tre ciclisti sono stati coadiuvati nella loro avventura da uno staff di dieci persone tra i quali, oltre ad alcuni familiari, anche un medico, un massaggiatore e un meccanico delle bici. Tutti si sono sottoposti a duri ritmi per permettere ai tre di arrivare a Mosca. «Un lavoro di squadra che ha dato i suoi frutti. Abbiamo posto le basi, adesso si tratta di sviluppare i progetti specifici per aiutare questi ragazzi».
Nei prossimi giorni la carovana di Ride to Moscow farà ritorno in Friuli Venezia Giulia. A settembre è prevista una giornata di chiusura del progetto.