Arrivati non senza fatica al ballottaggio a Roma, i Renziani hanno scoperto le Olimpiadi come argomento centrale della campagna elettorale.
Non se ne era parlato per tutto il periodo precedente al primo turno, se non da parte di quelli di una “listarella di scorta” di pseudo-radicali, che non avevano trovato di meglio che invocare un referendum popolare per decidere se insistere in una candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024.
Ne avevamo parlato proprio l’altro giorno non come di una pagina delle elezioni, ma come l’esempio di una baggianata “panreferendaria”, di un classico uso a vanvera di questo bistrattato istituto.
Ma “la paura fa novanta”. Il fatto che arrivati faticosamente al ballottaggio si trovino quindici punti indietro rispetto ai “Cinque Stelle”, ha fatto sì che il P.D. si attaccasse come si suol dire a Roma, al “fumo della pipa”. Non so se per suggerimento della cavolata referendaria dei loro micro-alleati, quelli del P.D. si sono lanciati all’attacco della candidata grillina: “Le Olimpiadi! Le Olimpiadi! Che fanno i Cinque Stelle per le Olimpiadi a Roma?” All’improvviso pare che a Roma d’altro non s’abbia da discutere che di una candidatura quale quella delle Olimpiadi. Strade in dissesto, urbanistica allo sbando, finanza alla bancarotta, appalti al magna-magna, mafia Capitale, campi nomadi, etc. etc. Si va bè…ma le Olimpiadi? Che ci dite voi Cinquestelluti della Olimpiadi?
Il bello è che i Cinquestelluti, invece di replicare chiedendo al P.D. se la storia della candidatura per la sede delle Olimpiadi tenuta prudentemente da parte per tutta la precedente campagna elettorale, l’avessero scoperta cadendo dal letto per aver sognato l’esito del ballottaggio, invece di mandarli a quel paese, sfottendoli per l’improvvisa infatuazione per una “mafia olimpica”, dopo “mafia Capitale”, hanno tirato fuori risposte probabilmente più baggiane, quali: “Sì…noi vogliamo le Olimpiadi a Roma, a condizione che, oltre che al Campidoglio, andiamo anche al Governo, per controllare prevedibili latrocinii…!”.
Per il P.D., si tratta delle Olimpiadi della disperazione. L’argomento da disperati.
Per i Cinque Stelle quella storiella è la prova che sono capaci di dir cazzate anche nelle condizioni in cui sembrerebbe che sia più difficile, dovervi ricorrere.
Ma, ripeto, quello che ho scritto la scorsa settimana: L’importanza ora è votare contro Renzi ed il suo disegno di autoritarismo senza autorità. Di cui a Roma è un bell’esempio il povero Giachetti, un “omm ‘e gnente” come dicono a Napoli, il classico “vuoto a perdere”, ex portaborse di Rutelli, che oggi annaspa e cerca scampo nientemeno che nelle Olimpiadi. Le Olimpiadi della disperazione.
Mauro Mellini