“Giovanni Salvatore Augusto Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) è stato un magistrato italiano. Fu assassinato con la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta nella strage di Capaci per opera di Cosa Nostra.
Assieme al collega e amico Paolo Borsellino è considerato una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.”
Questo è l’incipit di wikipedia su Giovanni Falcone.
Dopo quasi un quarto di secolo la strage di Capaci, e subito dopo quella di Via D’Amelio, sono il momento più alto della violenza della mafia verso lo Stato, rappresentato da due Magistrati, nel senso più ampio del termine.
Non solo due “servitori dello Stato”, ma due amministratori della Giustizia, due uomini che insieme ad altre decine di persone meno in vista hanno combattuto quasi da soli una battaglia che sembrava impossibile.
Una battaglia che vedeva da una parte uomini allo scoperto, senza armi, senza soldi, senza consenso, e dall’altra altri uomini, determinati, freddi, senza empatia, senza scrupoli, pieni di risorse e di appoggio omertoso.
A chi non l’avesse fatto suggerisco caldamente di volare su Punta Raisi – Aeroporto Falcone e Borsellino, non a caso – e di noleggiare una macchina e poi con lentezza affrontare l’autostrada che collega Punta Raisi a Palermo, e in vista di una curva maledetta, prima di un cementificio, davanti a delle montagne bellissime, rallentare ancora, e guardare i due monoliti che segnano il punto in cui il 23 maggio sono esplosi Falcone, la sua donna, i suoi compagni.
Poi alzate lo sguardo e pensate che sulla collinetta davanti a voi c’erano altri uomini, con un telecomando, che aspettavano solo il segnale di altri uomini senza anima per dare il via all’inferno.
L’Italia non è stata più la stessa dopo quel giorno e il sacrificio di quell’uomo, e dell’altro dopo poche settimane, è servito a capire che chi avevamo davanti non era solo un gruppo di delinquenti comuni, ma un vero e proprio esercito impegnato in una guerra infame e non dichiarata.
Se potessi decidere io, tutti quelli che sporcano la memoria di questi due uomini e dei loro compagni per biechi e cinici motivi economici o di visibilità personale li farei fuori per sempre dal consesso civile.