“Eni e Governo non possono nascondersi dietro posizioni inflessibili di fronte all’alta adesione dei lavoratori del Gruppo Eni allo sciopero nazionale di oggi che, in città come Gela, si è trasformato in una vera e propria manifestazione dell’intera comunità a difesa delle principali attività produttive del territorio”.
Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, evidenziando come “con le proteste, chiediamo che sia difesa la vocazione industriale del Gruppo, attraverso un serio confronto sull’operazione di cessione di Versalis che, ad oggi, con l’attuale ipotesi di vendita, non dà adeguate garanzie sotto il profilo occupazionale e produttivo, anzi rischia di mettere in pericolo la presenza italiana in un comparto che alimenta intere filiere industriali in tutti i settori”.
“Analogamente – prosegue il sindacalista – il piano di riorganizzazione di Eni non può prescindere dai tanti progetti innovativi di riconversione industriale che sono stati condivisi in passato, come la joint venture Eni-Novamont ‘Matrìca’ per il rilancio del polo sardo di Porto Torres o la Green Refinery di Gela, dai quali peraltro dipende il rilancio di aree fortemente svantaggiate del Sud”.
“Il management del Gruppo e il suo azionista di controllo, l’Esecutivo, devono impegnarsi in un serio progetto di salvaguardia e valorizzazione della chimica in Italia – conclude il sindacalista – poiché potrebbero essere a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro, fra diretti e indotto, e la tenuta complessiva di intere economie locali”.