“La volontà popolare è sovrana e l’Aula, se ci saranno le condizioni, è pronta a trasformare in legge questa proposta proveniente dai territori”. Il Vice Presidente della Commissione Sanità e Servizi Sociali all’Ars, Vincenzo Fontana, assicura impegno e disponibilità affinché, in tempi brevi, si possa avviare l’iter parlamentare che dovrà portare il ddl “No Povertà”, suffragato da oltre 15 mila firme, a diventare una norma della Regione. Firme raccolte nei mesi scorsi, in piena estate, nelle piazze, nelle chiese e nelle sedi del comitato promotore, composto da Centro Studi Pio La Torre, Anci Sicilia, Cgil, Cisl, Uil, Libera, Confindustria Sicilia, Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Erripa, Comitato lotta per la casa “12 luglio”, Forum Terzo settore Sicilia. Il testo del ddl prevede di agganciare alla sottoscrizione di un progetto di inclusione sociale, l’integrazione destinata a ciascun nucleo familiare, che sarà commisurata alla differenza tra il reddito disponibile (Isee) e la soglia di povertà assoluta calcolata dall’Istat. “Una volta che il disegno di legge avrà ricevuto l’approvazione dell’Ars – spiega l’onorevole Fontana dell’Ncd, di cui è Vice Capogruppo – ai beneficiari verrà consegnata una carta acquisti da utilizzare per comprare beni e servizi di prima necessità, che saranno individuati con il regolamento attuativo. Le sacche di povertà in Sicilia, nell’ultimo periodo, complice l’acuirsi della crisi economica, sono notevolmente aumentate. Siamo di fronte ad un’emergenza sociale che non va assolutamente sottovalutata, alla quale bisogna piuttosto porre rapidamente un efficace freno. E la politica e le istituzioni hanno il dovere di intervenire, di fare qualcosa per restituire dignità e serenità a tutte quelle famiglie piombate improvvisamente in una dimensione di indigenza, avendo perso totalmente e parzialmente l’unica fonte di guadagno. La questione sociale va adeguatamente attenzionata, affrontata e fronteggiata, anche attraverso l’introduzione di nuovi strumenti legislativi e l’approvazione di riforme e leggi che mirino a sostenere la crescita, lo sviluppo e a rilanciare l’occupazione. Perché un concetto deve essere chiaro a tutti: la leva della svolta si chiama lavoro. Ma se tutto resterà fermo, bloccato – conclude Vincenzo Fontana – l’economia è destinata ad indebolirsi ulteriormente e a farne le spese, come sempre, sono i lavoratori e quanti si ritrovano a galleggiare, privi di attrezzature di salvataggio, nel mare in tempesta”.