Il gruppo islamico di Abu Sayyaf ha diffuso un video con i quattro ostaggi che detiene dal mese scorso tra i quali il norvegese Kjartan Sekkingstad. Gli ostaggi sono stati rapiti nella notte tra il 21 ed il 22 settembre scorso nell’Ocean View Resort sulla piccola isola di Samal, nei pressi di Mindanao. Tra loro i due canadesi John Ridsdel e Robert Hall e quella che potrebbe essere la fidanzata di Sekkingstad, la filippina Marites Flor.
Una fonte di intelligence filippina ha dichiarato lunedì che i rapitori avevano contattato un’ambasciata straniera ma, da Oslo, il Ministero degli Esteri norvegese, non ha voluto commentare.
Dopo la pubblicazione del video e delle immagini, questa mattina, il portavoce del Ministero, Rune Bjåstad, ha commentato: “I nostri principali obiettivi sono la salute degli ostaggi e la loro liberazione”. Per ora Oslo non intende fare altri commenti.
Le immagini ed il video degli ostaggi sono stati inviati tramite un conto Twitter islamista.
Circondati da una dozzina di terroristi armati, seduti per terra e forzati a parlare alla telecamera per registrare il video che inizia col canadese Hall: “Mi chiamo Robert Hall, alla mia famiglia che si trova in Francia dico che sto bene ma sono in pericolo”, supplica di chiamare il governo canadese e di interrompere i bombardamenti sul posto, “So che qualcuno può farlo, per favore, aiutateci”. Seguono le poche parole del proprietario dell’Ocean Marina, Kjartan Sekkingstad, che si rivolge ai governi canadese e filippino, anch’egli per chiedere l’interruzione dei bombardamenti al fine di evitare loro la morte. Il terzo ostaggio, John Ridsdel, presidente della TVI Minerals Processing, prende la parola ha il capo tenuto da un terrorista per forzarlo a guardare la telecamera. Anch’egli esprime le stesse richieste.
Uno dei jihadisti, il viso coperto e occhiali da sole legge un comunicato, in inglese, per i governi canadese e filippino “Dovete negoziare con noi e fermare le operazioni militari e non fare ulteriori attacchi contro di noi. Quando avrete ottemperato a tutte le nostre richieste, allora potremo negoziare” .
Luisa Pace