La domanda che molti cittadini italiani si pongono è questa: siamo in un periodo costituente per l’organizzazione politico-amministrativa dello Stato o in una fase di decomposizione confusa e pasticciata di una politica che non ha alcuna chiara idea di dove andare a parare? La risposta ritengo possa essere data verificando quanto sta avvenendo nelle confuse stanze dei palazzi delle “sciolte”, cosi ci fecero credere, Amministrazioni provinciali d’Italia. Nessuno sa più quali siano le effettive competenze, quali funzioni debbano espletare i dipendenti e che fine faranno quelli considerati in esubero.
Qual’è il ruolo dei presidenti nominati dai partiti? Molti di questi occupano la poltrona con le solite logiche spartitorie del: che cosa ottengo in cambio per me o per il mio partito ? I tagli economici apportati alle province sono consistenti ma tutti o quasi riguardano i settori che garantivano i servizi ai cittadini, come quello della costruzione e manutenzione degli edifici scolastici, dell’assistenza o della tutela dell’ambiente e del territorio. Ad oggi in quasi tutte le amministrazioni provinciali continuano ad essere presenti formalmente le polizie provinciali ed altri uffici in attesa di smantellamento o accorpamento del personale in altri enti pubblici. Quest’ultimi si guardano bene dall’accogliere questi lavoratori avendo poche risorse per pagare gli stipendi e avendo effettuato oceaniche assunzioni di personale negli anni passati, non poche di tipo clientelare. Quindi caos e disservizi a gogo. Altra confusa e illogica riforma in arrivo è quella del sistema della Sicurezza Pubblica. Qui la montagna come al solito ha partorito il topolino. Come dire prendiamocela con il più piccolo e sciogliamo il Corpo Forestale dello Stato, un corpo di polizia ad ordinamento civile che si vuole immettere in una delle strutture militarmente meglio organizzate e funzionanti qual’è l’Arma dei Carabinieri. Anche in questo caso sembra prevalere la logica del se qualcosa funziona meglio intervenire . Al mix si aggiunge l’accorpamemento di Questure e Prefetture e un consistente taglio di commissariati e uffici di polizia sui territori. Anche in questo caso nessun taglio alle migliaia di donne e uomini a protezione dei Palazzi o con funzione di scorta e chauffer. Altro settore colpito dalla scure e dalla stagione delle riforme di rito renziano è quello della sanità pubblica. Anche in questo settore si chiudono ospedali, si annunciano tagli consistenti alle prestazioni sanitarie e si istituiscono, come nel caso della regione Lazio, immaginifiche Case della salute. La ratio annunciata è quella del taglio agli sprechi che nei fatti si trasforma in un affievolimento dei diritto alla salute dei ceti popolari e di chi fatica a vivere. In queste ore si annuncia lo storico accordo tra maggioranza e minoranza del Partito Democratico sulla riforma costituzionale del Senato. Altro giro. Altra corsa. Destinazione ignota!