Un anno fa la Buona Scuola era solo un “piano” non ancora presentato all’opinione pubblica, alle famiglie, agli studenti che di lì a poco si sarebbero mobilitati nelle piazze per rivendicare la grande bellezza dell’istruzione pubblica e chiedere maggiori investimenti e considerazione per una comunità vessata da anni di continui tagli lineari. Ora la Buona Scuola è legge: una legge sbagliata e contraddittoria che pur investendo risorse e finanziamenti non risponde ad alcuna necessità del nostro sistema d’istruzione: non investe direttamente sul diritto allo studio, distorce il merito e la premialità dei docenti, svuota la democrazia scolastica non garantendo la pluralità e la valorizzazione delle diverse componenti, rafforza le diseguaglianze e ne crea di nuove. Mai come oggi, una periferia sociale come la nostra regione avrebbe estrema necessità di un investimento concreto e strutturale sul sistema di formazione dell’individuo.
“Quest’anno ci mobilitiamo fin dal primo giorno di scuola perché siamo contrari alla legge 107/15 e rivendichiamo una scuola nuova dove l’apprendimento, la didattica e lo studente siano realmente al centro: una Scuola capace di garantire ed educare alla democrazia, all’integrazione e all’inclusione di tutti attraverso il diritto allo studio e il potenziamento dei servizi per gli studenti, una scuola che non sia diseguale e selettiva ma punti a portare ciascuno al successo formativo” dice Andrea Manerchia, coordinatore della Rete degli Studenti Medi Sicilia “Chiediamo da anni che la scuola diventi un motore di cambiamento sociale, un centro civico, uno spazio d’aggregazione che sappia governare le complessità tutelando le differenze, che realizzi l’eguaglianza sostanziale valorizzando le diversità di ciascuno di noi. Mai come in questo momento storico crediamo che l’istruzione rappresenti l’arma più potente per cambiare il mondo e, nel nostro piccolo, la nostra Europa, in cui assistiamo ancora increduli all’innalzarsi di muri costruiti sull’egoismo, le paure e l’odio e non invece ponti di solidarietà, rispetto per il diverso e piena integrazione” continua Manerchia “Noi questi muri li vogliamo abbattere, per costruire dalle loro macerie una società diversa, una scuola che si ponga l’obiettivo primario, in questa fase storica, di diventare centro educante di comunità che si fondano sul rifiuto del razzismo e della xenofobia. Il diritto allo studio per tutte e tutti e l’innalzamento dei livelli d’istruzione sono rivendicazioni universali ad oggi inascoltate per cui ci siamo battuti nel corso di questi anni. Mai come ora c’è necessità di attuarli per sconfiggere il ritorno dei neo-fascismi e di chi crede che nessuna vera integrazione sia possibile: ognuna di queste rappresenta un altro mattone per il futuro.”
Conclude Manerchia “Oggi eravamo presenti di fronte alle scuole siciliane per abbattere metaforicamente i muri costruiti sui valori negativi del nostro tempo e ricostruire un paese basato sui valori che i padri costituenti hanno pensato per la nostra nazione.
Concluderemo alle ore 13:00 con un flashmob al liceo Umberto I di Palermo (via Filippo Parlatore).”