Avevamo detto che sulle vicende che riguardano Agrigento avremmo fatto una pausa e così è tutt’ora, ma seppure questa incredibile storia riguarda personaggi agrigentini, il loro ruolo ne fa una questione che riguarda aspetti regionali e incontri di carattere nazionale che vanno ben al di là dei confini della misera cittaduzza.
Come riporta il quotidiano Repubblica, Marco Zambuto si dimette da presidente del Pd siciliano. Una decisione presa a seguito delle accese polemiche esplose per la notizia, rivelata oggi dallo stesso giornale, di una visita dell’esponente dem a casa Berlusconi.
a spiegare le presunte ragioni della visita all’ex premier è lo stesso Zambuto, accusato di essersi recato a Palazzo Grazioli con il deputato azzurro Riccardo Gallo Afflitto, sponsor di Silvio Alessi, vincitore di quelle primarie che hanno visto insieme gli azzurri con il partito democratico.
Per rispetto all’impegno assunto di non scrivere di Agrigento, sorvoliamo sugli aspetti politici della vicenda che è comunque balzata alle cronache della stampa nazionale per “inciuci” che hanno dell’incredibile.
Ma cosa è andato a fare Zambuto da Berlusconi?
Questa la spiegazione data dal politico del Pd, così come riportata da Repubblica: “Sono andato a Palazzo Grazioli per una questione umana: Gallo Afflitto era in difficoltà perché alcuni media avevano rilanciato le dichiarazioni di un pentito secondo il quale il deputato nel 1988 avrebbe concorso a un omicidio di mafia. Mi ha chiesto lui, insomma, di testimoniare davanti a Berlusconi sulla sua onestà. E lo ha chiesto a me proprio perché, da avversario, potevo risultare credibile”.
Nessun inciucio dunque ma solo una testimonianza in favore di Gallo. La vicenda dell’indagine per concorso in omicidio di mafia che riguardava l’onorevole Riccardo Gallo Afflitto, come ricorderanno i lettori, venne resa nota all’opinione pubblica dal nostro giornale, a sua volta ripreso da due sole testate giornalistiche agrigentine, Agrigentoflash e Agrigentosette, oltre qualche altra che, nel non dare la notizia, tentava soltanto di gettar discredito nei riguardi di chi aveva informato l’opinione pubblica.
Pertanto, sembra quasi incredibile che Berlusconi sia venuto a conoscenza del fatto e sentito la necessità di chiedere spiegazioni all’onorevole Gallo, tanto da costringere il poveretto a chiedere al “nemico” di testimoniare in suo favore.
Neppure il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, noto per la sua attività di antimafioso, si era spinto a tanto, neppure quando ad Agrigento tenne a battesimo la nuova coalizione che vedeva unite destra e sinistra, senza troppo curarsi dell’indagine per concorso in omicidio di mafia.
Del resto, l’indagine era già stata archiviata per mancanza di riscontri esterni (Repubblica riporta invece “che le gravi accuse nei confronti di Gallo Afflitto sono state ritenute dai magistrati prive di fondamento”), perché dunque tenerne conto?
In verità, la visita di Zambuto potrebbe avere anche un’altra spiegazione. Berlusconi infatti, nel tentare di approfondire la vicenda, così come accaduto nell’apprendere la notizia, si sarebbe forse imbattuto nuovamente nel nostro giornale.
Più precisamente, su un articolo che riguardava la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero che recita: “ letti gli atti del procedimento penale nei confronti di Gallo Afflitto Riccardo, in relazione al reato di cui agli art. 110, 575 e 577 n.3 c.p. commesso in Agrigento lo 01/10/1988 in danno di Gerlando Messina.
Come spiegare all’ex premier la richiesta di archiviazione per l’accusa di concorso in omicidio in danno di Messina Gerlando, e non in danno di tale Gambino Pietro, che era la vittima per l’omicidio della quale Gallo era stato tirato in ballo dal pentito Daniele Sciabica?
Certamente un errore di chi nel presentare la richiesta di archiviazione avrà fatto confusione tra i nomi di due diverse vittime, ma un errore che forse avrebbe potuto impedire alle eventuali parti civili di opporsi all’archiviazione stessa.
Zambuto, che è un avvocato, a questo punto sarà stato chiamato in causa nella duplice veste di testimone in favore di Gallo e per sciogliere il quesito inerente l’errore nella richiesta di archiviazione. Come l’avrà spiegato lui da giurista? Non è dato sapere…
Intanto si registra la presa di posizione di Crocetta, il quale, a differenza di Berlusconi – stando a credere a Zambuto che sarebbe stato chiamato in causa-, non si è neppure interessato di appurare la vicenda dell’indagine a carico di Gallo e a Repubblica dichiara: “Sarebbe abbastanza utile che si dimettesse, altrimenti poi lo facciamo noi”. Così ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta. “Sono veramente costernato del fatto che Zambuto dica che sia andato a palazzo Grazioli per garantire dell’onestà di un parlamentare rispetto ad un possibile coinvolgimento di quest’ultimo nel concorso per un omicidio. Ma cosa c’entra questa cosa che dice? Queste affermazioni mi hanno lasciato sconvolto. L’ascesa di Zambuto a presidente del partito penso sia stata troppo accelerata: è passato da esponente di Forza Italia, poi del centro e poi presidente del Pd siciliano.”
Al bravo Presidente della Sicila, forse erano sfuggiti anche i precedenti passaggi di Zambuto, da ex democristiano, successivamente cuffariano, eletto poi sindaco di Agrigento con l’appoggio di liste civiche e con quello della locale sinistra, passato tra le fila degli azzurri e, incredibilmente, finito ai vertici del PD siciliano.
Ascesa troppo accelerata? Forse più che di un’ascesa avrebbe fatto bene Crocetta a parlare di una gincana che sembra aver toccato più volte, e ripetutamente, il centrodestra e il centrosinistra, rimbalzando dall’uno all’altro come una pallina da ping pong…
Gian J. Morici