Voi sapete chi è Alessandro Gassman?
Sembrerebbe una domanda inutile, forse stupida.
Invece no.
Perché al di là di essere un attore, figlio di un genio del teatro e del cinema, uomo di una bellezza imbarazzante, cinquantenne che onora la categoria (e fino a qui siamo sul banale), è anche Ambasciatore dell’UNHCR, l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati.
E’ uno che usa la sua notorietà per sensibilizzare su una causa umanitaria.
E’ un uomo che per superare lo scoglio della parentela famosa (più un ostacolo che un aiuto per certi aspetti) ha dovuto imparare ad usare la testa e quando chiede che i sottosegretari indagati escano dal Governo, la usa bene.
La usa in maniera appropriata.
Chiede una cosa GIUSTA: che chi è in odore di reato si dimetta, chiarisca con la giustizia e poi torni.
Cosa c’è di strano? Di anomalo? Di sbagliato?
E aggiungo: Gassman ha pieni diritti civili, e come tutti gli elettori di questo Paese ha diritto di chiedere conto al suo Governo.
Anzi. Se lo facessimo tutti più spesso, forse qualche comportamento potrebbe essere anche cambiato.
E invece una delle persone indicate, la sottosegretaria Barracciu si incazza, si stizzisce, si inalbera, e risponde in maniera sconsiderata, scomposta, in un italiano vergognoso, con un paragone senza senso: “lei intanto che impara a fare attore, può evitare far pagare cinema per i suoi “film” grazie “. Ecco, se non bastassero i suoi meriti come artista, a Gassman dovremmo dare un premio per averci fatto scoprire che nel Governo albergano personaggi come la Barracciu.
Stizzosa, astiosa, ignorante al punto di non conoscere l’uso degli articoli o delle congiunzioni, allusiva in maniera vigliacca con quel “film” messo tra virgolette che voleva sottolineare una presunta scarsa qualità delle opere di Gassman.
Come se in Italia solo i premi Oscar possano parlare.
Grazie Gassman.
Talvolta addominali e sinapsi vanno d’accordo.
Rodocarda