di Giuseppa Iacono Baldanza
Quantu su granni sti Stati potenti!
Di tutta ‘a terra si fannu garanti
e ccu la scusa di vulilla sarbari
nun fannu avutro ca bummardari.
Jiemu in missioni, vi pari nenti?
Di libirtà parlamu a la genti
e, si nni pigliamu d’euforia ,
esportamu puru ‘a democrazia.
Facemu affari cuccù nni pari
picchì l’affari ‘i sapemu fari
e si cu li boni unn’avemu pirmissu,
dintra ddra terra trasemu lu stissu.
Nn’arreca uffisa a sentìri diri
ca lu petroliu vulemu arrubbari
e pi st’uffisa, ca nni disonura,
nni difinnemu cu armi e cannuna.
La civiltà ca vulemu purtari,
havi ‘stu prezzu e s’hav’a pagari,
perciò li bummi supra la testa
nni dannu ragiuni e facemu festa!
C’è ‘na sinistra ca nun condividi:
dici ch’ è barbaru e ‘un vol’adiriri;
ma c’è la destra, ca pi nostalgia,
è chistu ca pensa da democrazia.
V I R I T A’ PI V I R I T A’
Avevo scritto questi versi molto tempo fa, in maniera più cruda e forse più severa. Oggi, per ciò che sta accadendo, sento il bisogno di modificarli e ammorbidirli per non alimentare un fuoco fin troppo incandescente. Dopo i fatti accaduti in Francia, ho letto sui giornali fiumi di parole di opinioni, di valutazioni ma, con grande rammarico, non leggo “dovevamo aspettarcelo”. Di solito si dice, nel bene o nel male, “Siamo i padri fondatori di”…si rivendica cioè la paternità di qualcosa di buono, nel primo caso, o la valutazione onesta di qualcosa andata storta, nel secondo. Per la realtà dei fatti, oggi, è facile prendersela e condannare i gruppi estremisti dell’ISIS, Islam e sigle varie, per le loro azioni terroristiche nel nostro continente, che seminano morti. Ma ci chiediamo come e perché sono nati? Quale sia la nostra responsabilità? La dietrologia non è un sentimento che mi appartiene. Mi attengo ai fatti e i morti si piangono alla stessa maniera che siano bianchi, che siano neri. Noi occidentali con la nostra brama di potere e avidità di tutto ciò che non ci appartiene, abbiamo affamato, deturpato, impoverito popoli già in difficoltà o con l’inganno o con la forza o con la potenza di tecnologie avanzate, che avrebbero dovuto servire a una più nobile causa e anche a loro favore. Abbiamo creato e disfatto dittature al posto delle quali sono risorti nuovi dittatori con il nostro consenso-assenso. Il silenzio e la voglia di non comprendere, esclusi gruppi di pacifisti inascoltati, è stata la nostra priorità per non disturbare una coscienza già sporca. Gli sbarchi di migliaia di persone, che da anni approdano sulle nostre coste, se arrivano, ci raccontano, senza bisogno di raccontare, il loro duro e disumano destino per l’intrusione di affaristi occidentali senza scrupoli in cerca di terre vergini per fare loschi affari di ogni genere: armi, rifiuti tossici, droga, petrolio, diamanti compresa la tratta di materiale umano. Tutti siamo rimasti impressionati e commossi dalla manifestazione dell’11 gennaio a Parigi.Ma se questo sentimento di compattezza fosse biunivoco, anch’io mi troverei in mezzo a loro. I miei versi non nascono da esigenze opinionistiche quanto dalla osservazione fotografica dei fatti. E i fatti non ci danno ragione! Nè io dico qualcosa di nuovo.