Ricordate il Prefetto di ferro? Quello del film che arriva in Sicilia come prefetto con poteri speciali per combattere la mafia? Bene, non c’entra niente. Stiamo parlando di Angelino Alfano, il Ministro di ferro che da capo del dicastero di Giustizia si distinse per aver proposto un Lodo che portava il suo nome, risultato poi incostituzionale.
Ma Angelino non demorde. Dopo varie peripezie e relative figuracce, da Ministro dell’Interno aveva ben pensato di consegnare ai suoi prefetti quei poteri speciali che non ebbero neppure uomini come il Generale Dalla Chiesa.
Peccato che anziché farlo per combattere la mafia o il terrorismo, argomento caldo vista l’avanzata del fondamentalismo islamico, lo abbia fatto con una battaglia sacrosanta (nel senso di Sacra e Santa, quantomeno per il Vaticano) contro le trascrizioni dei matrimoni egualitari celebrati all’estero. Sì, proprio i matrimoni gay, quelli che rappresentano il vero problema dell’Italia, dell’economia e della stabilità politica del paese.
Secondo Alfano, i sindaci che avevano firmato quelle trascrizioni, in realtà stavano solo firmando degli autografi. Pertanto, i vari prefetti che ricevettero la prestigiosa, puntuale e quanto mai corretta circolare del Ministro, si attivarono subito. E sì che forse corretta lo era veramente, quantomeno sotto il profilo grammaticale (almeno si spera), ma di diverso avviso è stata la Procura di Udine che sul ricorso fatto dagli avvocati di Rete Lenford contro il provvedimento del Prefetto, che aveva portato alla cancellazione delle trascrizioni fatte dal sindaco Furio Honsell, come riportato dall’associazione stessa, si esprime affermando che “la Circolare del Ministro Alfano prima e l’intervento del Prefetto poi non appaiono corretti sotto il profilo giuridico, perché vanno a ledere prerogative e compiti della Procura delle Repubblica ex art. 75 dell’ordinamento giudiziario”.
Sì, secondo i giudici, la legge conferisce al Prefetto precisi poteri sui registri dello Stato civile “ma non legittima né ammette un ruolo così autoritario e di simile ‘prevaricazione’ del Prefetto, quale quello nel caso di specie”.
Angelino ci ha provato. Lui, da Ministro con il superpotere di restare incollato alla sedia nonostante le figuracce, aveva creduto di poter distribuire un po’ di superpoteri anche ai suoi prefetti, ma così non è stato e per un autografo che ha messo sulla sua circolare, molti di più, stando alle considerazioni della Procura, ne ha fatti rilasciare ai prefetti che hanno applicato le disposizioni della sua circolare.
Flavio Romani, presidente di Arcigay, ha così commentato la notizia: “Come abbiamo sempre sostenuto l’atto di imperio di Alfano e dei prefetti è illegittimo, fuorilegge. “Alfano ha usato il suo ruolo e gli strumenti che quel ruolo gli mette a disposizione per perseguitare coppie di gay e lesbiche sulla base delle sue personalissime convinzioni. Un fatto, insomma, di estrema gravità, che deve portare Angelino Alfano a dimettersi immediatamente dal suo incarico di governo, sollecitato da un Presidente del Consiglio che vorremmo vedere almeno imbarazzato. Questo accadrebbe oggi in un Paese normale”.
Ma a dimettersi, il Ministro di ferro, quello con i superpoteri, non ci pensa neppure. Non lo ha fatto in casi ben più gravi, figurarsi per questo motivo. Come l’eroe dei fumetti, Super Pippo, ha già ingerito un’intera confezione di noccioline. Sì, proprio quelle che danno i superpoteri che lo mantengono incollato alla poltrona dalla quale non potrà smuoverlo neppure un terremoto di magnitudo 10 della scala Richter.
Tra una nocciolina e l’altra, vedrete che prima o poi qualcosa a norma di legge, o magari di costituzionale, il Ministro di ferro riuscirà pure a farla.. O almeno, così si spera…
gjm