Londra – Siddhartha Dhar, conosciuto come Abu Rumaysah, era stato arrestato nel mese di settembre insieme ad altri estremisti islamici con l’accusa di incoraggiare il terrorismo. Rilasciato su cauzione doveva comparire dinanzi ai giudici nel mese di dicembre.
L’uomo era stato arrestato nel corso dell’operazione antiterrorismo condotta dalle forze di polizia di Londra insieme ad Anjem Choudary, Mizanur Rahman (conosciuto anche come Abu Baraa) Abu Izzadeen, Abu Wala, Abdul Haq Small, Shakeel e Abu Saalihah.
Anjem Choudary è uno dei principali rappresentanti degli islamisti in Gran Bretagna, co-fondatore del gruppo radicale Muhajiron, bandito dall’Inghilterra nel 2010, al quale faceva riferimento Siddhartha Dhar (Abu Rumaysah), e del quale risulta tutt’ora fedelissimo il radicale Mizanur Rahman (Abu Baraa).
Dopo il rilascio di alcuni estremisti arrestati,tra i quali Siddhartha Dhar (Abu Rumaysah), Rahman (Abu Baraa) e Anjem Choudary, quest’ultimo aveva dichiarato che il suo arresto aveva “motivazioni politiche”.
A dare la notizia che “uno dei principali seguaci del predicatore di odio, Anjem Choudary, è stato in grado di fuggire in Siria a causa di errori di polizia”, è stato il Daily Mail che ha precisato come il 31enne sia scomparso meno di 24 ore dopo essere stato liberato su cauzione dalla polizia di Scotland Yard che indaga sul gruppo di Choudary.
Siddhartha Dhar, il 27 settembre, immediatamente dopo il rilascio, ha preso un pullman da Londra a Parigi e da qui si sarebbe diretto in Siria con tutta la famiglia, per andare a vivere sotto lo Stato Islamico, così come più volte aveva dichiarato.
Dhar, più volte era stato intervistato da emittenti di carattere internazionale, come la BBC, dove aveva avuto modo di promuovere le sue idee radicali. Di lui si pensa che abbia anche incontrato, ed avuto come mentore, Michael Adebolajo, che il 22 maggio 2013, insieme a Michael Adebowale, uccise un soldato dell’esercito britannico, il fuciliere Drummer Lee Rigby, investendolo prima con una macchina e finendolo poi a colpi di coltello e mannaia.
Appresa la notizia della fuga del “fratello Abu Rumaysah”, il predicatore Anjem Choudary, tramite Twitter, ha comunicato la “lieta novella” che è stata immediatamente ripresa e ritwittata da molti jihadisti dello Stato Islamico.
Sia Anjem Choudary che Mizanur Rahman (Abu Baraa), nonostante le noie giudiziarie del passato e nonostante il più recente arresto, hanno continuato la loro attività di “supporto morale” allo Stato Islamico.
I dettagli della fuga di Siddhartha Dhar, come riporta il quotidiano, sono emersi nel corso di un’audizione a seguito della richiesta di Choudary e altri indagati della restituzione dei loro documenti di identità.
La corte ha rifiutato la restituzione dei documenti di identità.
Per la cronaca va precisato che l’uomo è riuscito a fuggire grazie al fatto che gi era stato imposto di consegnare il passaporto, cosa che non ha fatto. L’ex ministro ombra David Davis ha commentato aspramente la facilità della fuga dell’indagato, meravigliandosi del fatto che gli fosse stato chiesto di consegnare il proprio passaporto anziché toglierglielo immediatamente.
“Nella migliore delle ipotesi sembrerebbe una negligenza, nella peggiore un terribile errore di valutazione” – ha aggiunto David Davis.
La polizia aveva imposto condizioni rigorose per la cauzione per evitare di associare tra loro gli indagati affinchè non potessero continuare a promuovere l’estremismo islamico o andare all’estero.
Nell’uno e nell’altro caso i risultati si commentano da soli…
Gian J. Morici