Fino al 50 per cento delle somme annualmente confiscate alla mafia vengano destinate alla Regione Sicilia affinché si possa costituire un “Fondo siciliano per l’equità e la giustizia per le famiglie siciliane indigenti. E’ questa la proposta che il presidente del Consorzio agrigentino per la Legalità e lo Sviluppo Mariagrazia Brandara lancia alla deputazione nazionale siciliana, affinché si inserisca nella legge di stabilità nazionale un emendamento che miri a reinvestire sul territorio parte di quel capitale.
“Gran parte dei proventi che alimentano il ‘Fondo Unico Giustizia’ – spiega Brandara – proviene da confische a Cosa Nostra, e quindi si tratta indirettamente di proventi che l’organizzazione mafiosa ha sottratto alla popolazione siciliana attraverso un sistema di potere criminale e clandestino che ha impedito ogni vera forma di sviluppo alla Sicilia creando, oggi, vere e proprie sacche di miseria. Così come i beni confiscati costituiscono oggi occasione di lavoro, quindi, allo stesso modo anche le somme ‘liquide’ devono essere reinvestite per creare uno fondo per la pronta accoglienza di persone in situazioni di estrema criticità che necessitano di una immediata presa in carico da parte delle Istituzioni Pubbliche, come persone in stato temporaneo di indigenza o in situazione di disagio estremo o senza fissa dimora; donne sole e disagiate, minori soli, vittime di episodi di abusi o di maltrattamenti intra ed extra familiare; singoli o nuclei familiari che si trovano senza alcun tipo di supporto socio-economico, ecc. Se il Fug, nella sua totalità, ammonta ad oltre 3 miliardi di euro, esso può seriamente rappresentare una opportunità per contrastare la povertà di una terra che è stata sistematicamente inaridita dal cancro mafioso”