Nonostante l’attendibilità delle fonti che dichiaravano l’avvenuta esecuzione del cittadino inglese Alan Henning abbiamo preferito dare la notizia precisando che la stessa non era ancora confermata e quindi andava presa con il beneficio del dubbio. La notizia arrivava dalla città siriana di Raqqa ma rispetto le tre precedenti esecuzioni – ovvero quelle dei due giornalisti americani e quella dell’umanitario inglese – non c’era alcuna anticipazione del video che avrebbe mostrato l’esecuzione.
Non appena pubblicata sui social network aveva dato adito a non pochi contrasti tra gli stessi attivisti dell’ISIS, alcuni dei quali non condividevano la scelta di uccidere questo ostaggio. La ragione, a nostro parere, era da ricercare nell’inasprimento degli scontri in atto in Siria e Iraq e dal timore che quest’ulteriore barbarie potesse ancora una volta toccare le coscienze del mondo occidentale e innescare la miccia di nuove e più gravi ritorsioni da parte delle forze della coalizione impegnate a combattere l’ISIS.

Poco dopo la pubblicazione della presunta esecuzione di Henning da parte nostra, il confronto sui social, a volte molto acceso, da parte dei simpatizzanti dell’ISIS, veniva smorzato da chi sosteneva che Henning non era stato ucciso e che l’ISIS stava ancora verificando che non fosse una spia. A distanza di pochi minuti dalla pubblicazione della prima notizia pubblicavamo una seconda breve mostrando un tweet che faceva riferimento all’avvenuta esecuzione dell’umanitario inglese dandola come avvenuta alle ore 7:50 di stamani.
Ancora una volta seguivano ulteriori smentite della notizia da parte di alcuni attivisti dell’ISIS, fino a quando a distanza di circa mezzora la stessa non trovava riscontro in quanto riportato dalla pagina Facebook di “Raqqa is Being Slaughtered Silently”, che si dichiara “una pagina di notizie apartitica e indipendente non legata ad alcun gruppo politico o militare”.
Notizie di attivisti di questa pagina sono state riportate da organi stampa come il Telegraph, il Daily Mail, Aljazeera, la Cnn ed altri ancora.
Riteniamo quindi abbastanza attendibile la fonte e di poter riportare quanto da loro notiziato, che purtroppo ci lascia pensare che l’esecuzione di Alan Henning sia realmente avvenuta e che solo la reazione di molti attivisti dell’ISIS abbia momentaneamente indotto parte dei vertici dell’organizzazione ad evitare la diffusione di ulteriori notizie in merito e l’eventuale messa in rete del video della decapitazione, come già accaduto nei casi precedenti. Sperando che la notizia apparsa oggi fosse sbagliata e che Alan Henning sia ancora vivo, resta da capire chi fosse l’uomo che questa mattina è stato decapitato da terroristi dell’ISIS nello stesso luogo dove avevano già decapitato James Foley.
Questo quanto pubblicato questa sera sulla pagina di “Raqqa is Being Slaughtered Silently”:
“Raqqa – alcune truppe dell’Isis hanno portato in auto un altro prigioniero in uniforme arancione uguale a quelle che indossavano i reporter britannici e statunitensi sulla collina di fronte alla Private Union University dove avevano già decapitato James Foley, con un uomo armato di coltello. Pensiamo che si tratti della stessa persona che ha decapitato i precedenti ostaggi. Isis ha decapitato questo prigioniero al 7,50 del mattino. C’erano molte auto, una delle quali portava una grande telecamera televisiva. L’Isis ha chiuso tutte le strade che portano a Deir Ezzo, a Nord ed a Sud oltre ad una che conduce al deserto. Durante la decapitazione, circa 30 veicoli circondavano la collina dove il prigioniero è stato decapitato. Tre telecamere circondavano i dintorni. Abbiamo notato una Nissan rossa ed un fuoristrada nero. Nel veicolo nero c’era un altro prigioniero protetto da molte truppe dell’Isis”.
Gian J. Morici