Roma – «La parola “federalismo” oggi suscita frequentemente reazioni di scherno e fastidio da parte di molti cittadini italiani. Sfortunatamente la parabola della Lega Nord, i suoi drammatici errori, scandali e fallimenti politici – dice in una nota Michele Boldrin, coordinatore nazionale di FARE per Fermare il declino e capolista per la Circoscrizione Nord-Est alle imminenti elezioni per la coalizione Scelta Europea – ha trasformato una nobile e giusta causa in una farsa».
Le dichiarazioni di Michele Boldrin anticipano il convegno “Federalismo, Autonomia, Libertà: l’Europa che vogliamo, l’Europa dei Popoli” in programma domani, martedì 20 maggio, alle ore 18.30, presso il Centro Congressi “Papa Luciani” a Padova. Per l’occasione, Guy Verhofstadt, presidente del gruppo Alde e candidato alla presidenza della Commissione Europea, incontrerà Andreu Mas-Colell, Ministro della Cultura e dell’Educazione del Governo della Catalogna.
«Il tema del federalismo – continua Boldrin – rimane comunque centrale in Italia ed in Europa. La pessima gestione delle regioni, il loro essersi trasformate in centri di spesa e di spreco incontrollati, l’irresponsabilità fiscale che le caratterizza e le enormi sperequazioni che esistono fra di esse, i fenomeni indipendentisti o anche semplicemente “anti-statali” che continuano a manifestarsi in diverse parti d’Italia, suggeriscono che la domanda per una struttura istituzionale differente dall’attuale, che avvicini i cittadini al potere pubblico decentralizzando la responsabilità per le decisioni di spesa, tassazione ed amministrazione del territorio, rimane forte. A questa domanda, forse confusa ma reale, di vero federalismo economico e politico il governo Renzi risponde con un rinnovato centralismo burocratico che non promette nulla di buono. Dalla galassia in dissoluzione del centro destra italiano – continua il leader di FARE – vengono solo messaggi populisti ed isolazionisti che vogliono allontanare l’Italia dall’Europa per celare i propri fallimenti».
«Fenomeni e problemi simili si manifestano da anni in altri stati dell’UE, dalla Spagna al Regno Unito, al Belgio e così via. Io ritengo – conclude Boldrin – che essi meritino una risposta politica positiva che non si limiti a classificare le richieste di autonomia politica e fiscale come “antipatriottiche” ma che riconosca, coerentemente con quanto l’ALDE e Guy Verhofstadt in particolare sostengono da sempre, che l’Unione Europea potrà realizzarsi solo su base federale e che tale federalismo europeo dovrà fondarsi sul riconoscimento di una “Europa dei popoli” che trascende, spesso, i confini ed i limiti degli stati nazionali ottocenteschi».