KIEV, Ucraina – La Russia chiede all’equipaggio di due navi da guerra ucraine in Crimea di arrendersi. A dichiararlo un portavoce militare ucraino il quale ha affermato che quattro navi della marina russa a Sebastopoli hanno bloccato la nave anti-sommergibile ucraina Ternopil e la nave comando Slavutych impedendo loro di lasciare la banchina.
Vladimir Anikin, portavoce del ministero della difesa russo a Mosca, ha respinto l’accusa definendola una sciocchezza, ma si è rifiutato rifiutato di dare altre spiegazioni.
Altrove sulla penisola le truppe russe controllano tutti i posti di frontiera ucraini così come tutte le strutture militari e un terminal per traghetti. Ora i timori di Kiev sono quelli che la Russia potrebbe mirare ad occupare altre parti dell’Ucraina, in particolari parti del suo est filo-russo, potenza industriale del paese e granaio agricolo.
“Siamo dinanzi la crisi più grave per l’Europa dopo la caduta del muro di Berlino. Venticinque anni dopo la fine del conflitto tra est e ovest, c’è il reale pericolo di una spaccatura in Europa “, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier a Bruxelles.
“Chi segue le notizie può vedere che l’escalation non si ferma. Al contrario, le minacce da parte russa stanno solo diventando più forte “, ha aggiunto.
All’inizio della giornata, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, a Ginevra per partecipare alle riunioni delle Nazioni Unite, ha spiegato il ragionamento che sta dietro l’invasione militare russa della Crimea.
Le tensioni tra i due paesi sono aumentate dopo che il presidente ucraino Viktor Yanukovich ha lasciato il paese a seguito delle proteste di chi chiedeva legami più stretti con l’Unione Europea, più democrazia e meno corruzione. Yanukovich è fuggito in Russia il mese scorso dopo che più di 80 manifestanti sono stati uccisi – per lo più dalla polizia – vicino la piazza centrale di Kiev.
La reazione dei mercati all’nvasione russa della Crimea è stata immediata. Oro e petrolio sono aumentati mentre i mercati euro e azionari sono scesi. L’impatto maggiore è stato sentito a Mosca, dove l’indice principale RTS è sceso del 12 per cento.
Gazprom, il gigante energetico russo, è stato il più grande perdente. Il prezzo delle azioni è andato giù del 13 per cento a seguito della preoccupazione degli investitori che cominciano a chiedersi come sarà possibile convogliare il gas verso l’Europa in caso di ostilità, visto che l’80% del gas passa attraverso i gasdotti ucraini.
Gian J. Morici