Drammatico epilogo di un tormentato rapporto tra padre e figlio con arresto di quest’ultimo per estorsione. E’ quello che è successo nella giornata di sabato 12 ottobre 2013 quando, presso gli uffici della caserma di Riccione, si presentava un uomo, accompagnato da suo figlio maggiore, il quale lamentava una estorsione in atto da parte di ignoti che lo tormentavano di telefonate sia sul proprio cellulare che presso il posto di lavoro. Si trattava di pochi secondi dove un uomo dall’accento presumibile dell’est intimava alla vittima di pagare una somma di denaro per evitare che succedesse qualcosa a lui ed alla sua famiglia. A volte, invece, venivano inviati solo degli sms con minacce di morte e richiesta di denaro contante da consegnare in orari e posti ben precisi. Immediatamente i Carabinieri dell’aliquota operativa della Compagnia di Riccione si attivavano per garantire la sicurezza della vittima e dei cari e, contestualmente, si adoperavano per identificare i responsabili. Proprio durante la stesura della denuncia giungevano ulteriori sms con i quali si richiedeva una consegna di denaro presso la cabina telefonica sita in Via Abruzzi di Riccione con la minaccia che, se non si fosse presentato o se si fosse rivolto ai Carabinieri, sarebbe successo qualcosa di brutto a lui ed alla propria figlia. La tempestiva attività d’indagine dei militari permetteva di risalire al luogo dell’invio degli sms e la predisposizione di un dispositivo mobile al fine di circondare l’intera area d’interesse. Una mezz’ora più tardi, quando oramai tutto era pronto per la consegna del denaro, giungevano però altre chiamate con le quali si intimava la vittima di portare il denaro presso il pronto soccorso dell’ospedale di Riccione e di far presto o sarebbe successo qualcosa di brutto. Immediatamente i Carabinieri si attrezzavano al fine di garantire la massima sicurezza dell’operazione disponendosi presso le vie di fuga e nell’edificio stesso. Giunta la vittima presso il luogo pattuito, una telefonata anonima richiedeva la consegna del denaro, circa 500 euro, lasciandolo in busta chiusa all’interno di una cassetta in legno posizionata fuori al nosocomio riccionese. Completate le operazioni di consegna, dopo alcuni minuti si presentava un uomo che, con mossa fulminea, afferrava i soldi e si dava alla fuga. Immediatamente i Carabinieri si ponevano all’inseguimento confluendo “a tenaglia” addosso all’aguzzino. Infine, si riusciva a bloccarlo e ad arrestarlo dopo una breve colluttazione. Portato presso la caserma, con estremo stupore si scopriva che l’arrestato non era altro che il figlio della vittima, 36enne, disoccupato, con problemi di tossicodipendenza e proprio per questo, dopo anni di riabilitazione e minacce, allontanato dalla casa familiare. L’estorsore veniva quindi tradotto presso il carcere di Rimini in attesa della convalida del provvedimento.
Commenti Facebook