Nota stampa del Prof. Lauretta:
Non si può affermare che la modestia sia una virtù degli agrigentini: da noi, colui che fa una cosa piccola e normale, ma che gli altri non fanno, è portato a ingigantirla, ammirandola di continuo e narcisisticamente ammirandosi.
E’ quello che è accaduto al leader dell’attuale gruppo Val d’Akragas che, a forza di pensare alle origini del 1952, ha concepito il progetto faraonico di un Gruppo che non solo avrebbe compiuto 60 anni ma addirittura affonderebbe le proprie radici in un complesso del 1937. E su tutto ciò ha costruito celebrazioni televisive, spettacoli commemorativi e addirittura un video commercializzato al modico prezzo di euro 4,99.
In questo video, insieme a marchiani errori storici e falsi belli e buoni, non solo sono sfruttate immagini che non appartengono all’attuale Gruppo Val d’Akragas, ma è utilizzata una mia intervista, rilasciata a Lorenzo Rosso in tempi diversi e per altri fini, spalmata a spezzoni su larga parte del video. Solo dopo la mia telegrafica diffida mi è stato assicurato che la vendita e diffusione del video è stata bloccata.
Gli errori marchiani del video mi spingono a fornire chiarimenti che ritengo quanto mai opportuni, perché gli errori, se ignorati, diventano un falso storico e ideologico:
- Viene celebrata la circostanza che l’attuale Gruppo Val d’Akragas avrebbe compiuto 60 anni di vita collegandola con la fondazione nel 1952: deve, invece, essere chiarito, una volta per tutte, che in nessun modo tra il Val d’Akragas da me fondato, con la collaborazione di Ugo Re Capriata nel novembre del 1952 e presente nella Sagra del ’53 da me diretta, non esiste alcuna connessione temporale e tanto meno con altri gruppi precedenti.
C’era stato nel 1937 un Coro, i Canterini di Val d’Akragas diretto da M° Flora (padre) e vi fu per breve durata un altro coro diretto dall’indimenticato M° Li Causi, ma entrambi i gruppi avevano cessato di esistere nei primi anni 50. Peraltro, quello da me fondato nel 1952 era un Gruppo e non un Coro, basato non solo su canti ma anche su danze ed io gli diedi il nome di Val d’Akragas: in sostanza, tale gruppo non ha nulla a che vedere con i Canterini del 1937.
- A quel tempo non si chiedevano contributi e non era necessario costituire un’Associazione con atto notarile. Quando questo divenne necessario, il 7/2/1965 decisi di andare dal Notaio Camilleri con altre 15 persone, allegando lo Statuto all’atto costitutivo. Naturalmente chiamammo il Gruppo “Val d’Akragas”: io ne fui il Presidente, Ina Gueli ved. Re Capriata (Ugo Re Capriata era morto durante uno spettacolo folklorico a Villa Aurea) la vice e componenti del Direttivo il Prof. Rosario Lo Porto, l’Avv. Filippo Faro e il giornalista Calogero Alaimo. Pasquale Gallo venne scelto quale Maestro del coro, Pippo Agozzino coreografo, Loredana Mazzoli segretaria e Gigi Casesa economo. Durata del Gruppo dieci anni.
Il gruppo proseguì, così, la sua intensa attività, l’EPT lo prese sotto il suo Patrocinio e ad esso fu intitolato il labaro azzurro del complesso.
- Negli anni ‘70, prima della scadenza dei dieci anni prescritti nell’atto costitutivo, decisi di lasciare la Presidenza a causa dei miei molti impegni e affidai il Gruppo e le sue carte a Gigi Casesa che, con l’assenso dei Soci rimasti, nominai Commissario con l’incarico di prorogare la scadenza dei dieci anni ed eleggere le Cariche sociali.
Questo non avvenne e io purtroppo me ne disinteressai fidandomi di quello che avrebbe dovuto fare il Commissario.
- Passarono gli anni, il Gruppo viaggiava chiedeva appoggi finanziari e veniva richiesto lo Statuto.
Il 1° giugno del 1991 Gigi Casesa, a mia insaputa, decise di fare la sua mossa: andò con l’intera sua famiglia e con altri quattro amici dal Notaio Maria Nipote e costituì un’Associazione che chiamò “Gruppo Folklorico Val d’Akragas”.
L’Associazione a conduzione familiare (la famiglia Casesa aveva la maggioranza di 5 su 9 soci), dopo aver copiato integralmente nelle “finalità” il mio Statuto, pose nell’Atto costitutivo una premessa ricordando nella prima parte che nel 1952 era stato fondato il Gruppo Folkloristico Val d’Akragas: senza richiamarsi strutturalmente ad esso e, senza poterne prorogarne l’esistenza dal momento che il gruppo Val d’Akragas aveva cessato di esistere nel 1975, fondava un’Associazione con il nome di Gruppo Folklorico Val d’Akragas.
Nella seconda parte della premessa si legge testualmente “poiché (il gruppo del ’52) non ha mai avuto una configurazione giuridica ben definita (i Soci) sono venuti nella determinazione di procedere alla costituzione di un’Associazione”.
Questa seconda parte della premessa è un evidente falso storico, dal momento che esiste l’Atto del Notaio Camilleri del 7 febbraio del 1965 del quale Gigi Casesa era socio ed Economo. Con tale atto notarile al Gruppo, da me fondato di fatto nel novembre del 1952, venivano dati profilo e sostanza giuridica accompagnando l’atto costitutivo pubblico da uno Statuto.
Tale “determinazione di procedere alla costituzione di una Associazione” è una ammissione che sottolinea come dall’Atto del Notaio Nipote del 1° giugno 1991 sia nata una nuova Associazione: la novità associativa è confermata con quanto successivamente espresso nell’art. 7 dello Statuto in cui al Presidente dell’Associazione viene conferita l’autorizzazione “a compiere tutte le pratiche necessarie per il conseguimento del riconoscimento dell’Associazione presso le autorità competenti”: espressione che si addice esclusivamente ad un’associazione nuova, che per ciò giuridicamente non ha niente a che fare con il gruppo da me fondato nel 1952, alle cui origini essa si rifà solo nel nome usurpato.
Le origini dell’attuale Val d’Akragas sono da collocarsi, quindi, nella data del 1° giugno 1991, sicchè parlare di un’esistenza lunga sessant’anni e che ha origine nel 1952 o addirittura nel 1937 è un falso ideologico.
Insomma, lungi dal ritrovarsi con i 60 anni decantati di fondazione, davanti ad un’unica realtà che avrebbe avuto tre fasi, secondo l’ipotesi di uno storico improvvisato, appare chiaro che siamo davanti a tre entità diverse tra loro e tra loro collegate solo attraverso l’espressione “Val d’Akragas” non sempre correttamente adoperata.
All’interno di questa vicenda non manca un altro microenigma che qualcuno ci dovrebbe spiegare: nel video commercializzato a basso costo e nello spettacolo commemorativo del 7/2/2013, c’è un momento in cui parla Benedetto Adragna il quale ci svela che tra Casesa Commissario e Casesa Presidente ci fu un breve periodo in cui fu lui Presidente del Gruppo. Ma nessuno ci dice come, da chi e quando venne eletto, in quale assemblea di soci convocata da chi e con quali crismi e giuridiche capacità.
Ed infine c’è il grottesco dell’operazione generata da una sete di grandezza mal riposta: il gruppo è stato elevato – anche qui non si sa quando e in che modo – a Scuola Internazionale di Folklore: una scuola strana che non ha una sede adatta a tale scopo, non ha programmi didattici, nè registri, nè allievi internazionali, nè docenti internazionali anche se, nell’ipotesi che esista davvero, dovrebbe insegnare passi di danza siciliana: ciò malgrado è definita “internazionale” perché la parola suona bene e conferisce, senza averne le fondamenta, ulteriore lustro e decoro.