La provincia di Agrigento conta nel 2013 oltre 200 tra case, ville e terreni sequestrati alla criminalità organizzata. Di questi buona parte sono attualmente inutilizzati e privi di tutela, con il risultato che azioni vandaliche più o meno mirate hanno danneggiato molto di quello che c’era.
Uno stato di abbandono che nasce dall’impossibilità, da parte dei Comuni e quindi degli enti come il Consorzio per la Legalità e lo sviluppo, di farsi carico di progetti di recupero per mancanza di fondi. Il risultato evidente è che quelle che potrebbero essere risorse importanti per il territorio, ad oggi sono inaccessibili al tessuto produttivo così come quando erano in possesso della mafia.
Per questo ritengo sia necessario pensare, non solo per Agrigento ma per tutta la regione, alla creazione di staff a costo zero che attingano alle risorse tecniche dei Comuni e che producano progetti utili al recupero dei beni sequestrati partecipando a bandi specifici.
La progettazione, infatti, rappresenta ormai l’unico modo per far fronte all’assenza di fondi da parte degli enti che fino ad oggi hanno sostenuto i Consorzi per la legalità, i quali, adesso, si trovano a gestire beni che non possono recuperare né consegnare.
Se la Regione volesse rendere realtà una proposta di questo tipo, darebbe una risposta concreta (e a costo zero) al problema e consentirebbe ai Consorzi di riprendere le loro attività. Il recupero dei beni confiscati e la loro consegna alle realtà produttive sane ha dato fino ad oggi ottimi frutti. Interrompere questo percorso, temo, rischierebbe di riportare la situazione, anche da un punto di vista culturale, indietro di decenni.
On. Mariagrazia Brandara