Le dinamiche politiche, dopo le elezioni regionali e in vista del rinnovo del Parlameo Nazionale, sembrano essere proiettate in un processo di scomposizione e ricomposizione. Il PD che da mesi porta avanti, con le primarie, una vasta operazione di marketing, pone nella condizione di centralità il proprio partito e si arricchisce sempre più di consensi, anche se tali consensi sono frutto di una vasta azione mediatica, pertanto non è certa la loro stabilità.
Il PDL sembra essere piombato in una fase di implosione interna, rischiando la lacerazione e la scissione, dimostrando così di aver perso la forza riformatrice che ha caratterizzato l’esperienza di Forza Italia prima e PDL dopo. Inoltre continua a ritornare sul luogo del delitto cercando l’alleanza con la Lega Nord, la quale ha sempre dichiarato di essere il partito nemico del Sud, che dopo gli scandali e le modalità vergognose dell’utilizzazione dei fondi pubblici destinati al partito, è alle prese di un tentativo di riabilitazione istituzionale e politica.
Il così detto Terzo polo, rappresentato dall’arcipelago dei partiti di “Centro”, è in continuo fermento, infatti, ancora oggi, si assiste alla nascita di nuove formazioni politiche come quella di Montezemolo, che con difficoltà tentano di costituire un unico cartello elettorale, per cercaare di riconfermare Mario Monti alla Presidenza del Consiglio.
La grave crisi economica, la sfiducia dei cittadini verso i partiti che non riescono ad assumere il ruolo di centro di elaborazione di idee per la risoluzione dei problemi sociali, economici ed occupazionali, lo squallido spettacolo che si offre ai cittadini con gli scandali di appropriazioni indebite, di sperpero del denaro pubblico, dimostrando una grave perdita dei valori etici e morali, alimentano l’allontanamento dei cittadini dalla politica e dalle Istituzioni, favorendo la nascita e la crescita di movimenti di contestazione con una forte spinta populistica, che facendo crescere l’odio sociale si prefiggono la distruzione del sistema.
Ed infine il Sud, sul quale si fonda la genesi del nostro partito, Grande Sud.
Forza del Sud, inizialmente forza esclusiva sicilianista, nasce dall’esigenza di tutelare e difendere i diritti e gli interessi dei Siciliani, per fronteggiare e arginare lo straripamento dell’azione politica della Lega Nord, la quale condizionando il Governo Nazionale, riusciva a ottenere provvedimenti legislativi a favore del Nord, spesso, a discapito degli interessi e dei bisogni del Sud.
Gianfranco Miccichè ha avuto una grande intuizione, nel cercare il coinvolgimento delle altre Regioni meridionali in un più ampio progetto politico condiviso, pertanto si è avviato un percorso finalizzato al coinvolgimento di altri esponenti politici delle Regioni meridionali, dando vita ad un progetto politico più ampio e più ambizioso, che si prefiggeva di accorpare le varie anime meridionaliste in un unico simbolo, Grande Sud.
Con onestà intellettuale, dobbiamo prendere atto che molte Regioni del Sud non hanno dimostrato sensibilità nella condivisione del progetto politico “Grande Sud”. Pertanto bisogna avere il coraggio di rivedere la strategia politica, partendo da un maggior radicamento del nostro partito alla realtà siciliana, valorizzando la dottrina politica che riconosce nel popolo un soggetto storico valido a riformare la società, quindi spingersi ancor di più verso il “Popolarismo Siciliano”. Mettendo da parte odi. rancori e risentimenti, avviando una fase di collaborando con il Governo regionale, ponendo all’ordine del giorno la Sicilia e i Siciliani.
Un partito come il nostro non può essere collocato né a destra né a sinistra, trova la sua naturale collocazione al centro dello scenario politico, essendo portatore di valori riformisti, liberali, progressisti, con una forte determinazione finalizzata a promuovere lo sviluppo e la crescita della nostra Sicilia, non può non cogliere le motivazioni che hanno determinato un vero terremoto politico che ha interessato tutti i partiti tradizionali. Inoltre, con onestà e coraggio è necessario riconoscere che, nonostante la proposta programmatica di Grande Sud a favore dei siciliani, non è stata, da questi, compresa fino in fondo, ovvero, facendo autocritica, il gruppo dirigente di Grande Sud non è stato all’altezza di farla assimilare ai cittadini. Penso sia giunto il momento di una profonda analisi di rivisitazione del nostro partito, iniziando a dare il buon esempio nell’azzeramento di tutte le cariche di partito, tra l’altro frutto di nomine interne, dando vita ad un processo di apertura popolare con procedure democratiche, puntando sempre di più verso la meritocrazia offrendo la possibilità ai tantissimi cittadini onesti di essere protagonisti del loro presente e offrendo loro l’opportunità di contribuire a disegnare il loro futuro.
Agrigento lì 11/12/2012
Orazio Guarraci
Capo Gruppo di Grande Sud
Provincia Regionale di Agrigento