Il candidato all’Ars Lillo Firetto prosegue il suo tour elettorale in provincia di Agrigento. Tanti i rappresentanti del settore agricolo che lo hanno incontrato per dar voce ai disagi e alle stangate cui devono far fronte, mentre il governo regionale si mostra sordo alle loro istanze. Ieri pomeriggio l’esponente dell’Udc ha fatto tappa nei comuni montani di Cianciana, Bivona e Alessandria della Rocca. Tra gli argomenti affrontati quello dell’agricoltura ed in particolare la richiesta, da parte della categoria, di ottenere dal governo regionale alcune agevolazioni in un momento così critico. Nel suo intervento Firetto ha sottolineato come sia fondamentale favorire la competitività delle imprese agricole attraverso la riduzione dell’accise sul gasolio. Al governo regionale il compito di trovare risorse per abbassare il costo attualmente sostenuto dalle aziende:
“A fronte di un’ ulteriore impennata dei prezzi dei carburanti – dichiara Firetto – che si riflette anche in un forte aumento dei costi di produzione per le imprese agricole, occorre che il Governo proceda all’azzeramento delle accise. L’agricoltura e la zootecnia sono al collasso e non c’è più tempo da perdere. L’altro aspetto su cui bisogna puntare – conclude – riguarda la promozione dei marchi di qualità – marchi siciliani doc, al fine di rendere riconoscibili e valorizzare nei mercati internazionali i nostri prodotti agroalimentari.”
Intervenire dall’alto per rilanciare la competitività di una settore (come quello agricolo) comporta da sempre notevoli difficoltà ed un tale intervento non è esente dal creare distorsioni a danno di altri settori.
Come intervenire dunque?
Dal basso, è chiaro che gli stessi imprenditori devono fare di più per vincere la concorrenza di altri attori presenti nel mercato, attraverso una maggiore qualità dei prodotti (ben vengano quindi i marchi di qualità) e introducendo tecniche di produzione sostenibili (l’autarchia o l’introduzione di sussidi a pioggia rinviano il problema, non lo eliminano).
Dall’altro, compito dello Stato è vigilare affinché non si crei disparità di mezzi tra gli attori (cartelli dei prezzi, monopoli di distribuzione etc…) e che diversi livelli di tassazione non generino concorrenza sleale tra settori.
Che senso avrebbe ostinarsi a sostenere un settore destinato al declino, impedendo che le stesse risorse possano andare a settori economici con forti margini di crescita?
Quindi il problema è avere una strategia di fondo, non rispondere alle sollecitazioni di singoli attori economici.
Ritengo che il comparto agro-alimentare siciliano sia un settore assolutamente strategico per la nostra terra; a questo settore sono legate anche altre tematiche: turismo, energia rinnovabile, ambiente.
Riguardo al problema delle accise sui prodotti petroliferi, occorre intervenire sia sul lato della fiscalità che sul prezzo industriale, favorendo maggiore concorrenza nella distribuzione e rafforzando la capacità d’intervento dell’Autorità garante del mercato. Anche l’IRAP potrebbe essere oggetto di rivisitazione.
Ma tutto questo ad una specifica condizione. Che la nostra classe dirigente sappia tenere il timone sulla rotta della strategia. Individuato il settore (o i settori) che vogliamo far crescere, non c’è spazio per altri soggetti economici. La spesa pubblica deve poter diminuire.
E’ un torto alla logica pensare di poter salvare contemporaneamente sia “le fabbriche” che i “campi di grano”.
Vanno salvati, solo ed esclusivamente, i redditi dei lavoratori espulsi dalle aziende in declino. E questi lavoratori, ove possibile, ri-qualificarli per altri mestieri.
La proposta del candidato Firetto, secondo il pensiero del sottoscritto, necessita di ulteriori approfondimenti per poter essere accolta.
Alfonso Albano