AGRIGENTO – Il Consiglio Provinciale, dopo un acceso dibattito politico, ha approvato con 18 voti favorevoli, quattro astenuti ed un solo no il rendiconto relativo all’esercizio finanziario del 2011, che presenta un avanzo di amministrazione di Euro 17.968.540,41.
La somma, ovviamente, non può essere utilizzata a causa del patto di stabilità
I lavori erano stati aperti dal presidente Raimondo Buscemi che ha informato i Consiglieri delle ultime disposizioni del Governo nazionale in merito all’approvazione o meno del rendiconto. Un decreto legge, infatti, stabilisce che laddove il Consiglio provinciale o comunale, non dovesse approvare il rendiconto dell’esercizio finanziario, questo verrebbe sciolto. A dare una puntuale spiegazione è stato il segretario generale dell’Ente, Giuseppe Vella.
Una provvedimento che ha ingenerato un acceso dibattito nel corso del quale quasi tutte le anime presenti nella sala “Pellegrino” hanno stigmatizzato il provvedimento che è una violazione della democrazia politica dell’organo elettivo.
In particolare Matteo Ruvolo si è soffermato sull’avanzo di amministrazione sostenendo che mentre la Provincia vive spaventose emergenze dalla viabilità alla scuola ai servizi, non può intervenire per rispettare il patto di stabilità.
Orazio Guarraci ha parlato di scippo delle funzioni ispettive del Consiglio. In particolare Guarraci ha proposto di far pervenire al Presidente del Consiglio, sen Monti , lo sdegno per un iniquo provvedimento legislativo che scippa l’organo elettivo delle funzioni ispettive trasformandolo in un organo di polizia.
La proposta del consigliere provinciale Nino Spoto di prelevare il punto relativo al rendiconto è stata votata all’unanimità, anche se lo stesso rappresentante di Rifondazione Comunista ha abbandonato l’aula rientrando a votazione ultimata.
Davide Gentile nel suo intervento ha evidenziato che il provvedimento legislativo spoglia l’organo elettivo della possibilità di avviare un dibattito politico sul rendiconto, ma se questo viene elaborato in maniera corretta e senza problemi, allora è nostro dovere approvarlo.
Si è passati quindi alla discussione della prima interrogazione sulla situazione logistica dell’Ipia “Fermi” di Agrigento che è stata illustrata da Maurizio Masone del Pd. La risposta è stata affidata al vice Presidente dell’Ente Provincia Paolo Ferrara.
Per mancanza di numero legale la seduta è stata rinviata a lunedì prossimo 22 ottobre sempre alle ore 18 nella sala “Silvia Pellegrino”.
L’ultima moda della politica locale (locale è riferito per ora alla provincia agrigentina in quanto non ho notizia se la prassi è utilizzata anche in altre aree geografiche) è quella di scrivere una lettera al nostro Presidente del Consiglio.
Lo ha fatto il Sindaco di Agrigento, si apprestano a farlo alcuni Consiglieri della Provincia di Agrigento.
Strano. Probabilmente, le cariche che ho indicato militano in partiti politici disposti (forse) ad un Monti-bis.
Lesa maestà o provvedimenti del Governo nazionale in risposta alle richieste dell’Unione Europea?
Chissà, il prossimo destinatario potrebbe essere anche il Governo tedesco, padre-padrone della politica di austerità imposta a tutti.
Ma per non essere sempre e soltanto critici e pessimisti, c’è del buono anche in questa notizia: la nostra classe dirigente deve imparare da subito che ci sono anche altri interlocutori istituzionali.
La nostra classe dirigente deve capire che fino a quando Agrigento e la sua provincia resterà in Italia ed in Europa, tutte i regali promessi agli agrigentini devono essere comprati in un negozio il cui titolare non è siciliano (nemmeno italiano).
Alfonso Albano