Aragona (Agrigento) – Dopo un lungo e complesso discorso del sindaco Parello e i tanti interventi dei consiglieri – in seno al Consiglio tenutosi il 2 ottobre 2012 – i cittadini che affollavano l’aula consiliare, non sono riusciti a comprendere con chiarezza quali saranno le azioni che verranno intraprese dall’amministrazione circa la cessione o meno della rete idrica comunale. Aragona è tra i 19 comuni della provincia che non hanno ceduto la rete idrica al gestore privato e che anzi in passato hanno intrapreso azioni legali contra tale decisione.
Nella manifestazione palermitana del 29 maggio 2012 per la ripubblicizzazione dell’acqua, l’On. Giovanni Panepinto fece presente che se una legge ad hoc non veniva approvata prima dello scioglimento dell’assemblea regionale per i sindaci di quei comuni siciliani virtuosi, che ad oggi non hanno consegnato le reti, ci sarebbero state conseguenze devastanti, sia sotto l’aspetto giudiziario che economico, anche a causa delle recenti diffide fatte pervenire – ai comuni dell’agrigentino – da parte della Girgenti Acque. Ad oggi la politica regionale non ha varato nessuna legge che permetta la rescissione dei contratti con il gestore privato avviando processi di ripubblicizzazione dell’acqua; fermo restando che i comuni privi di risorse idriche nel proprio territorio correrebbero il rischio di rimanere sotto il gestore privato.
Il 6 settembre alla riunione tenutasi a Joppolo Giancaxio, alla quale hanno partecipato ben 19 sindaci, per ribadire il loro NO alla consegna “al gestore privato” degli impianti e delle reti idriche, era presente anche il sindaco di Aragona che personalmente si dice contrario, ma in una nostra intervista del 13 settembre dichiarava: “messo di fronte a questo commissariamento è opportuno oggi più che mai coinvolgere il Consiglio comunale perché questo è un problema che non va solo in capo al sindaco”. E dopo aver illustrato potenziali vantaggi e svantaggi nel cedere la rete idrica comunale, Totò Parello pessimisticamente o realisticamente aggiunse: “quanto potremo resistere in questa situazione, mi chiedo se da parte dei governi regionali che si sono succeduti, prima quello Cuffaro e poi quello Lombardo, non c’è stata la minima volontà di venire incontro a queste situazioni. Ci ritroveremo probabilmente fra qualche giorno con la melma fin sopra la testa perché con i fondi del bilancio comunale non saremo in grado di poter far fronte a tutti i problemi di natura fognaria, idrica e d’igiene che ne conseguono”.
L’11 settembre 2012, mentre in sindaco Parello era fuori sede, il commissario ad acta per la cessione degli impianti alla Girgenti Acque, la dott.ssa Teresa Restivo, si è insediato al comune di Aragona.
Dagli interventi nel Consiglio comunale di martedì 2 ottobre, la soluzione velatamente più caldeggiata è sembrata quella di concertare con la “Girgenti Acque” per addivenire a un vantaggioso accordo per la collettività aragonese che potrebbe portare alla riduzione delle tariffe, nuovi investimenti sull’impianto idrico e fognante. Aldilà delle dichiarazioni dei vari gruppi politici che, non volendo deludere i cittadini che sempre hanno appoggiato l’amministrazione contro la privatizzazione dell’acqua, hanno manifestato contrarietà alla cessione e volontà di continuare a lottare affinché la stessa non avvenga, di fatto tutti hanno capito che saranno costretti a sottostare a quello che la politica regionale e nazionale ha imposto dall’alto.
Intanto, il 28 ottobre si vota per il rinnovo del Parlamento regionale e l’elezione del successore di Raffaele Lombardo. Sarebbe interessante conoscere nel merito della privatizzazione in questione il parere di alcuni deputati, che al momento sembrano defilarsi dall’affrontare la questione. E precisamente ci riferiamo a Gianfranco Micciché (candidato alla Presidenza della Regione Sicilia), Vincenzo Fontana (Pdl – candidato alle regionali), Carmelo Briguglio (Coordinatore regionale Fli nonché candidato), Angelo Lombardo (Fratello dell’ex Presidente della Regione Raffaele Lombardo) e Pippo Scalia (Fareitalia – candidato alle regionali 2012 nella lista “Nello Musumeci Presidente”). Tutti questi onorevoli signori, dovrebbero avere le idee abbastanza chiare, visto che in Parlamento, il 19 nov. 2009, a seguito della discussione ed approvazione del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 135 del 2009 votarono favorevolmente. Altrettanto interessante sapere sulla questione il parere degli Onorevoli agrigentini Luigi Gentile, Roberto Di Mauro e Nino Bosco, rispettivamente coordinatore provinciale FLI, Pdl ed MPA-PS, per capire come gli stessi si rapportavano con i deputati nazionali di riferimento al proprio elettorato, mentre questi votavano alla camera dei deputati quel 19 nov. 2009.
“Partecipa anche tu al Consiglio comunale per difendere la gestione dell’acqua pubblica. L’acqua è un bene pubblico e non si vende”. Questo il messaggio che, a firma del consigliere Angelo Galluzzo (candidato alle regionali 2012 con il Partito dei Siciliani – MPA), è comparso su alcuni manifesti. Tutti in Consiglio lo hanno accusato di demagogia e populismo per fini elettorali. Galluzzo si è difeso dicendo che la sua è una posizione puramente personale, una battaglia che vorrebbe continuare a portare avanti con la popolazione. Peccato che il partito di appartenenza del consigliere Galluzzo sostiene Gianfranco Micciché alla Presidenza della Regione, il quale in passato con i suoi atti si è mostrato favorevole alla privatizzazione dell’acqua.
Ai silenzi dell’On. Pippo Scalia – che tanti avrebbero voluto sentire in Consiglio comunale – si aggiunge l’imbarazzo del gruppo consiliare aragonese di “Fareitalia” che pur dicendosi contrario alla privatizzazione, tace sulla sostanza del voto parlamentare del 19 nov. 2009 del loro onorevole aragonese. Il medesimo imbarazzo, in seno al Consiglio comunale, non può non essere avvertito anche dai capigruppo afferenti ai partiti di quegli onorevoli signori che a ridosso delle regionali tacciono, ma in Parlamento all’atto del voto del novembre 2009 avevano le idee abbastanza chiare sul tema della gestione dell’acqua. Eppure tutti nei loro discorsi sembrano brandire la spada della coerente verità, della responsabilità e il bene di Aragona. Solo Francesco Pendolino parlando di“deriva dei valori”, deluso, ha motivato il suo abbandono all’MPA (Video).
A conclusione dei lavori è stata approvata all’unanimità la seguente mozione: “Il consiglio comunale di Aragona invita il Presidente della Regione e l’Assessore competente a ritirare il commissariamento degli enti che ad oggi non hanno consegnato, per dare l’opportunità alla nuova Assemblea regionale siciliana e al nuovo Governo regionale di riappropriare la materia in capo ai comuni anche attraverso la gestione in house”.
Totò Castellana