Ad aprire il balletto delle polemiche sul presunto dissesto finanziario al Comune di Agrigento, fu nel mese di maggio il dirigente Carlo Bertolino. In discussione, la esigibilità di crediti per 14 milioni di euro nei confronti della ATO GESA 2. Un ammanco difficilmente recuperabile per un’amministrazione come quella di Agrigento, che potrebbe avere come conseguenza l’insolvenza verso i creditori, il taglio dei servizi non indispensabili, la mobilità per i dipendenti, il licenziamento dei precari.
All’allarme iniziale (per la verità anticipato in tempi non sospetti da Lillo Miccichè di SeL), seguì il silenzio. Anzi, peggio… Nonostante una situazione di cassa non proprio rosea, la Giunta comunale alla fine del mese di luglio approvava Progetti Obiettivi per l’anno 2012, che non potevano che suscitare qualche perplessità.
Ma Agrigento non è l’unico Comune d’Italia a rischiare il dissesto finanziario. Né è l’unico sul quale si addensano i dubbi sulla legittimità e trasparenza contabile. Il Comune di Alessandria, costretto a dichiarare il dissesto finanziario nel mese di luglio, deve adesso fare i conti con le casse vuote, le banche che non concedono più credito, i debiti e gli stipendi da pagare.
I primi a farne le spese, le municipalizzate di Alessandria, le cui casse sono vuote e la tesoreria del Comune non può effettuare anticipazioni, poiché a causa del dissesto l’operazione è espressamente vietata dalla Corte dei Conti. Risutato? I circa 500 dipendenti delle partecipate Atm, Amiu e Aspal questo mese non riceveranno lo stipendio.
Per troppo tempo – sostiene l’attuale amministrazione comunale – il bilancio del Comune di Alessandria è stato redatto in maniera irregolare, tant’è che ci si è costituiti parte civile nel processo contro l’ex sindaco Piercarlo Fabbio (Pdl) accusato di avere truccato il bilancio. Dal canto nostro, nonostante le polemiche sorte in merito all’esigibilità dei crediti vantati dal Comune di Agrigento, vogliamo augurarci che non si debba incorrere in simili pericoli, anche se ci lascia molto perplessi il ricorso ai progetti per far fronte a quelle che dovrebbero essere spese previste e che rientrano nell’ordinaria amministrazione dell’ente.
Perplessità che non nascono soltanto in merito alla legittimità del ricorso ai progetti, ma anche da quello che appare come un utilizzo discutibile delle somme erogate. Ma di questo, parleremo in maniera più approfondita nei prossimi giorni.
Gian J. Morici