Presenti in sala il Sindaco Nuccio Sapia, l’Assessore alla Cultura Donatella Segretario, l’Assessore allo Sport-Turismo e Spettacolo Gero Tortorici.
CASTELTERMINI – 02 LUGLIO 2012 – Si è tenuta, presso la Biblioteca Comunale di Casteltermini (AG), la presentazione di “QUALE VERITÀ?”, romanzo opera prima di Emmanuele D’Urso, 25 anni, artista poliedrico (cantante, attore, regista, organizzatore di eventi, autore) che sbarca, così, anche nel mondo della letteratura. Presenti in sala oltre cento persone, evento unico nel suo genere, per una Biblioteca che non è mai stata così gremita durante la presentazione di un libro. Un numero notevole di ragazzi, professori, autorità e lettori più o meno accaniti, hanno apprezzato una presentazione sobria e mai esagerata, risultata interessante ed appetibile, mai noiosa. Parole di elogio sono state spese dall’Assessore alla Cultura Donatella Segretario, entusiasta di quest’iniziativa del giovane castelterminese. “Sono veramente contenta di essere qui oggi, –afferma entusiasta l’Assessore Segretario – a rendere omaggio a questo talentuoso artista, che tutti conosciamo, e che ho seguito fin da quando era piccolo! Sono iniziative lodevoli, che vanno incentivate. Emmanuele è la dimostrazione che si può fare tanto, con poco, ma con passione e dedizione, caratteristiche che gli rendono onore”. Anche il Sindaco Nuccio Sapia ha voluto partecipare alla presentazione, così come l’Assessore allo Sport-Turismo e Spettacolo Gero Tortorici.
“«QUALE VERITÀ?» nasce per caso – dice Emmanuele D’Urso dopo i saluti iniziali di rito – da una frase che mi ronzava in testa, così come scrivo nei ringraziamenti finali. Non avevo un’idea ben chiara di quello che sarebbe divenuto, poi, il mio primo romanzo. Ho scritto un incipit, così, di getto. E ancora non avevo una storia. Ho continuato a scrivere due, tre, sei capitoli e mi ritrovavo ad avere dei personaggi, delle situazioni, delle caratteristiche. Così mi sono fermato un attimo e ho buttato giù uno schema degli eventi e degli intrecci che si sarebbero dovuti verificare nell’arco delle restanti pagine di romanzo.”
Tema centrale dell’opera è la crescita psicologica di Giorgio, un aspirante cantante di ventotto anni, che si ritrova a percorrere il fatidico percorso di passaggio da ragazzo a uomo, attraverso una serie di pensieri e di avvenimenti che lo portano a maturare e a fare il grande passo verso il mondo degli adulti. Valeria, amica d’infanzia di Giorgio, gli è accanto con costanza e incommensurabile affetto, fino al giorno in cui il destino pone i due di fronte a delle scelte, che rischiano di compromettere irrimediabilmente il loro rapporto. La teoria degli strati della psiche, che Giorgio porta avanti attraverso le pagine del romanzo, funge da perno attorno al quale ruotano tutte le riflessioni del protagonista, che nascono e si evolvono di pari passo alle situazioni che si ritrova a vivere, tra liete notizie e drammi dolorosi.
“Quante volte ci capita di vivere, in contemporanea, alcune situazioni bellissime e altre bruttissime? La perdita di un caro e un’importante promozione in campo lavorativo, magari nello stesso giorno. Cosa vale di più? E se queste situazioni fossero cinque o dieci? In alcuni casi è veramente complicato rispondere perfino alla domanda «Come stai?». Questa è la teoria degli strati della psiche. La vita non è altro che una serie di strati, uno sovrapposto all’altro. Uno può essere l’amore, l’altra può essere il lavoro, piuttosto che una passione, che la famiglia, che il proprio cane o qualsiasi altra situazione, mutabile individuo per individuo. Perché far prevalere uno strato piuttosto che un altro? Dopotutto ogni strato è fondamentale per comporre quell’unico strato spesso che è la vita.”
Nella fase di dibattito, numerosi sono stati gli interventi, che non mancavano di tessere tele di elogio per Emmanuele D’Urso definito “un personaggio di spicco, che rende onore a Casteltermini”, “un artista completo che nasce musicista e si riscopre ogni giorno qualcosa di più”, “un amico sempre presente e pronto a mettere le sue conoscenze e capacità a disposizione degli altri”, “un artista che meriterebbe ben altri palcoscenici”.
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