Aragona (Agrigento)- Il parco minerario delle zolfare costituisce una risorsa, un lusso che Aragona non può permettersi o uno spreco di danaro pubblico? Questo l’interrogativo che molti aragonesi si pongono, constatando lo stato di abbandono in cui lo stesso versa dopo il fiume di danaro pubblico speso per realizzarlo.
Più di 1.000.000 di euro spesi a partire dalla fine degli anni novanta, per espropri, perimetrazione, interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza delle strutture minerarie di superficie, realizzazione delle opere necessarie per garantirne l’accoglienza al pubblico e relativa fruizione. Un’importante operazione di recupero e valorizzazione del passato minerario aragonese, legato alle vicissitudini della famiglia Pirandello che qui gestirono la “Taccia Caci”.
Se la consegna del parco minerario al comune di Aragona è avvenuta nel 2007 , a seguito di un collaudo tecnico amministrativo a garanzia che il tutto era in buone condizioni e perfettamente funzionante, i furti e gli atti vandalici ad opera di ignoti, che hanno ridotto questo luogo della memoria in un sito della vergogna e dell’inciviltà nostrana, sarebbero da collocare subito dopo il 2007. Un parco esteso circa 133.000 mq a cui il comune di Aragona negli anni non è stato in grado di garantire opportuna vigilanza e custodia, pur disponendo di tanti LSU e contrattisti.
Nel 2009 il comune di Aragona siglava un preliminare protocollo d’intesa con la Cantina Sociale Viticultori associati Soc. Coop. Canicattì, concedendo l’utilizzo provvisorio e temporaneo di una parte dei manufatti di superficie del parco per la realizzazione di un progetto pilota di affinamento dei vini in bottiglia. L’operazione dell’affinamento dei vini in miniera, venne criticata in varie occasioni dal consigliere Biagio Bellanca (vedi video). “Viticultori Associati Canicattì” precisano che l’affinamento dei vini, nella miniera che fu dei Pirandello, non potrà iniziare fintantoché non gli verranno consegnate le discenderie, la cui apertura e messa in sicurezza è prevista da un secondo step progettuale. Inoltre, ha precisato il presidente del (CVA) Giovanni Greco, al Vinitaly di Verona era stato presentato e pubblicizzato solamente il progetto di affinamento dei vini in miniera.
L’Ing. Michele Brescia, del Distretto minerario di Caltanissetta, ha spiegato che, per quanto di loro competenza, avrebbero già dato in via preliminare le necessarie autorizzazioni relative al progetto di messa in sicurezza delle discenderie, puntualizzando però che il progetto fa capo al comune di Aragona e quindi è a quest’ultimo che si dovrebbe chiedere lo stato di avanzamento dei lavori.
Dal comune di Aragona, i competenti uffici, nel luglio 2011 avrebbero inoltrato sia all’assessorato regionale competente che al comune di Favara – comune capofila del rispettivo “PIST di area vasta – viaggiare nella storia per il futuro, le vie dello zolfo” – tutta la documentazione necessaria per far finanziare e portare a buon fine un così importante progetto per il territorio e l’economia aragonese. Purtroppo – dichiara il dirigente Rosario Monachino – a quasi un anno di distanza, nessuna risposta sarebbe ancora pervenuta ai competenti uffici comunali di Aragona, né dalla Regione, né dal comune capofila del PIST.
Nei prossimi giorni dopo aver sentito sia l’assessorato regionale competente che il comune di Favara, torneremo a parlare delle vicende che interessano il parco minerario delle zolfare.
Totò Castellana