“Isola delle Femmine (Palermo) – La decisione del Prefetto di bloccare l’iter di realizzazione del Parco della Memoria , sui luoghi della strage del 23 maggio 1992, a causa dell’insediamento della Commissione interforze – chiamata ad accertare la sussistenza di eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’Amministrazione Portobello, ancora in carica ad Isola delle Femmine -rappresenta l’ennesima offesa alla dignità dei cittadini del Comune alle porte di Palermo, e rende improcrastinabile l’azzeramento della Giunta e la restituzione agli isolani del diritto di esser governati da istituzioni al di sopra di ogni sospetto.”
Ad affermarlo è il Movimento Politico “Rinascita Isolana”.
“Il ricordo dell’estremo sacrificio degli eroi della lotta alla mafia dovrebbe orientare la condotta di ogni siciliano – viepiù se impegnato in politica – verso i valori della giustizia e della legalità, spingendo al rifiuto di ogni compromesso e alla radicalità delle scelte, specialmente in ambito pubblico.
L’Amministrazione del nostro ente locale, invece, con l’opacità dei propri comportamenti, ha determinato le premesse per quest’umiliante decisione delle Autorità di Governo, che hanno reputato inopportuno che il Comune di Isola delle Femmine – su cui pesa l’ombra di connivenze con Cosa Nostra – curasse l’affidamento dei lavori per la realizzazione del Giardino “Quarto Savona XV”.
“Rinascita Isolana” – prosegue la nota -ha da tempo denunciato la pericolosità delle relazioni tra componenti della Giunta Portobello e personaggi del mondo degli affari, dalla controversa storia giudiziaria, e l’illegittimità di diversi atti amministrativi, per cui ha accolto con sincera amarezza ed innegabile sollievo l’accesso ispettivo disposto dal Ministero degli Interni.
Pur tuttavia, se comprensibili e dolorose appaiono le parole di Tina Montinaro alla notizia del rinvio dell’inaugurazione del Parco, le dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa dal Sindaco di Isola delle Femmine lasciano sgomenti.
Dinanzi ai drammatici fatti di sangue occorsi sul nostro martoriato territorio e alle sentenze della Magistratura, ormai provviste della dolorosa autorità del giudicato, come può un uomo che rappresenta le istituzioni affermare che “la mafia ad Isola non c’è”? Quali ragioni possono spingere un amministratore pubblico a dichiarare che “lo Stato” – quello stesso Stato che ha deciso di passare al setaccio gli atti del Comune di Isola delle Femmine – si è “ritirato”?
Le parole di Gaspare Portobello sembrano riemergere da un passato che noi siciliani speravamo di avere definitivamente seppellito, e paiono espressione di quel malsano negazionismo che solo anni di impegno civile erano riusciti a debellare.
La mafia, purtroppo, esiste ancora.
Fingere di non accorgersi della sua presenza sul territorio, è la maniera peggiore per combatterla e per commemorare quanti hanno donato la vita per sconfiggerla.”