(Tratto da Grandangolo – Scritto da Diego Romeo)
“Un partito non una combriccola. Meglio ancora, un fenomeno”. E’ lo stesso Mauro Mellini a dare una definizione della sua ultima fatica letterario-giuridica e con puntualità e puntiglio esamina quella che chiama “distorsione istituzionale della macchina della giustizia, il cui potere negli anni si è andato allargando oltre l’alveo che le è proprio, con alterazione dell’equilibrio tra i vari poteri e funzioni dello Stato. Una vera e propria “devianza” dell’apparato giurisdizionale, con tendenza a sostituirsi al potere legislativo ed a quello esecutivo, che si manifesta con la conseguente assunzione di indirizzi, finalità e connotazioni inevitabilmente politici. La giustizia diventa governo, diventa partito. E, conseguentemente, diventa meno giusta. Una devianza che ha origini disparate e le cui responsabilità vanno attribuite a categorie e forze politiche diverse.”. Edito da Bonfirraro, “Il partito dei magistrati” è stato presentato ad Agrigento nel salone dell’ex convento dei Filippini dagli avvocati Enrico Quattrocchi. Salvatore Russello, Beatrice Rinaudo, il presidente delle Camere penali Gianfranco Pilato. All’iniziativa che si deve all’università Unicusano e al prof. Giuseppe Arnone ha visto la presenza di Mauro Mellini, ritenuto ormai cittadino onorario di Agrigento per la sua attività professionale e anche per essersi occupato di importanti aspetti della politica della nostra città. Acceso il dibattito tra i presentatori che hanno riconosciuto il solito coraggio e la solita capacità di Mauro Mellini nel porre problemi di cui pochissimi parlano. Problemi posti “in maniera storiografica” annota l’avv. Pilato mentre Enrico Quattrocchi compie un excursus biografico di Mellini che combacia con la storia dell’Italia del dopoguerra fino all’attuale stato delle cose della giustizia: ”uno strapotere che oggi non possiamo più permetterci”. Un’insoddisfazione che si rivela anche negli altri interventi della Rinaudo (“Non c’è nessuno che si ritenga soddisfatto dell’amministrazione della giustizia. Certo non voglio generalizzare, ci sono persone responsabili e questo libro è assolutamente fondamentale per comprendere il fenomeno.” Dello stesso avviso l’avv. Russello che, nel definirlo “libro verità”, aggiunge: “con Il partito dei magistrati abbiamo un quadro completo e sconvolgente che segna le linee del progredire di un paese civile.” Il dibattito ha toccato un pò tutti i punti dolenti, dal pentitismo alla strage di via D’Amelio con gli innocenti condannati e alle carcerazioni preventive. Un sistema talmente sbagliato – si è detto – che la politica non riesce a controllare. E sulle responsabilità della politica Mellini è stato severissimo “Se non si media su queste cose non si fa nessuna riforma”.. E di questa sua poca tenerezza verso la politica Mellini ne aveva dato un chiaro segno in alcune interviste precedentemente rilasciate, infatti a chi gli chiedeva quale fosse stato l’errore di Berlusconi, rispondeva:”è stato quello di aver reagito troppo debolmente perché non ha mai capito qual era il vero problema. E’ l’unico politico italiano che ha parlato del partito dei magistrati, ma in modo totalmente diverso da quello che sostengo io. Per me il Pdm è frutto di una deformazione istituzionale, mentre lui parla di una combriccola di magistrati comunisti che complotta contro di lui. Poi resta il fatto che ogni volta che ha cercato di porre mano a una riforma della magistratura si è circondato di persone che non capiscono nulla di questa materia”. “Ad esempio Angelino Alfano, un politico molto democristiano che vive sempre alla giornata. Uno che oggi, da segretario del Pdl, ha scoperto che il partito non esiste, ma ha fatto l’inno. Verrebbe da ridere ma sono cose tragiche per tutti quanti noi”.