Per i pensionati – afferma Piero Mangione del Sindacato Pensionati Italiani Cgil – i tormenti non finiscono mai, nemmeno quando hanno maturato il diritto alla pensione, dopo le “montagne russe” cui sono stati sottoposti tutti i diritti cosi detti acquisiti.
In provincia di Agrigento ci sono diversi ex postelegrafonici che con la chiusura del loro ente previdenziale (Istituto postelegrafonici) e con il relativo passaggio delle competenze all’INPS, non hanno ricevuto il 2 gennaio l’assegno mensile, dopo i ritardi dei mesi passati, a causa di intoppi burocratici e giustamente protestano.
Ci sono un centinaio di ex dipendenti che, pur non avendo maturato i requisiti per la pensione, si sono dimessi dalle Poste utilizzando lo strumento dell’incentivo finanziario ovvero dello scambio genitori – figli, mettendo in conto la rinuncia al salario per 12/24 mesi.
Ma ora sono finiti sotto “lo scalone” della Fornero che li ha privati per ulteriori 3, 4, 5 anni dello stipendio perchè ovviamente non lavorano più e della pensione perché ha innalzato l’accesso al pensionamento.
Queste persone con le loro famiglie non possono finire in povertà per cui la Posta o il Legislatore hanno il dovere di intervenire, coprendo il vuoto di reddito dovuto alle mutate condizioni legislative che hanno fatto saltare i termini degli accordi sottoscritti tra le parti.
Poi, c’è la questione del pagamento delle pensioni eccedenti le mille euro attraverso il conto corrente.
Al riguardo – continua Mangione – questo sindacato protesta il fatto che in alcuni uffici postali della provincia vengono negati i pagamenti in contanti alle persone che intendono riscuotere assegni pensionistici al minimo, di vecchiaia, ovvero assegni di invalidità civile, sapendo che gli importi sono assolutamente inferiore a mille euro.
In ogni caso anche quelle superiori a mille euro devono essere pagate sino alla rata di febbraio, salvo che a Roma non si definisca diversamente tutta la problematica, come lo SPI sta cercando di fare, perchè la decisione governativa costituisce un costo aggiuntivo alle tasse e tariffe e che, se pure ha il vantaggio della tutela dagli “scippi”, non è utilizzabile da migliaia di pensionati che, come si sa, non hanno dimestichezza con gli strumenti offerti dal sistema bancario e postale.
Mentre spetta alla direzione provinciale dell’INPS intervenire per superare gli intoppi burocratici che impediscono il pagamento puntuale delle pensioni dei postelegrafonici, spetta alla direzione provinciale delle Poste intervenire per chiarire agli operatori della rete degli sportelli che devono pagare in liquido, senza esitazione tutte le pensioni inferiori o superiori a 1000 euro:i primi sempre ed i secondi sino alla rata di febbraio.
Per quanto attiene, invece, coloro i quali sono fuori usciti dalle Poste con una intesa che è stata messa in discussione dalla Fornero, lunedì 9 gennaio, presso la sede della camera del lavoro di via Matteo Cimarra 29 avrà luogo, alle 16,30, un incontro con quanti intendono aprire un negoziato sindacale con la direzione regionale delle Poste relativamente alla rinegoziazione degli accordi che sono stati sconvolti dal Governo.
Agrigento 4 gennaio 2012