Agrigento – Prendi tre e paghi due. E se prendo quattro o cinque? Saldi di fine stagione; sconto 70%; si fa credito anche agli ultra novantenni…
Fu così, che il direttore di un giornale, appresa la notizia secondo la quale un imprenditore aveva affermato che i giornalisti si posson comprare come i giornali (volete mettere il risparmio nel possedere un giornalista ad personam?), dalle pagine della sua testata giornalistica, chiese lumi:
Fuori i nomi! Vogliamo sapere chi sono i giornalisti “comprabili”! Abbiamo il diritto di conoscere la merce.. scusate, volevo dire i nomi dei giornali pronti a vendersi…”.
Silenzio. Seguì soltanto il silenzio. L’imprenditore non rispose. Tutto sarebbe caduto nell’oblio, se il direttore in questione, mosso certamente dall’indignazione, non avesse riproposto un secondo articolo. O qualcosa di simile ad un articolo…
Perché? Perché, si chiedeva il direttore. Perché c’è chi si vende e chi compra?
Questa volta, a differenza della prima, la risposta non tardò ad arrivare. A lasciarla tramite un commento all’articolo, il figlio dell’imprenditore, che provò a smentire le diverse accuse mosse al padre dalle pagine del giornale in questione.
Oltre a difendere l’operato paterno, il giovane chiedeva al direttore della testata perché mai i giornali non avessero pubblicato un comunicato stampa con il quale si dava notizia di un concerto di beneficenza organizzato dalla fondazione del padre.
“Per quanto riguarda la pubblicazione nei siti web del concerto di beneficenza – rispose il direttore -le dico sin da ora che questo giornale darà poco rilievo alle iniziative di suo padre in quanto lo stesso sembrerebbe preferire quotidiani cartacei di respiro regionale e magari qualche sito web ad essi collegati, che il nostro giornale online. Tra nomine di presidenti di Fondazione e direttori che hanno assaporato l’aria africana suo padre si sarà convinto di aver messo il ferro dietro la porta. Contento lui, contento lui…
Controlli bene qualche sito web e vedrà che non rimarrà deluso.
Buone feste, buone feste!”
Che dire? La miglior parola, è quella che non si dice. E, aggiungiamo noi, anche quella che non si scrive…
gjm
Ma quel direttore non si vergogna? Non avendo assaporato l’aria africana, come dice lui, ha prodotto il risultato di non pubblicare i comunicati stampa. Mandatelo in Africa che è meglio…