Agrigento –Dopo il rientro della ventilata candidatura a sindaco della città della valle dei templi dell’imprenditore Moncada (centrodestra), caduto il silenzio sulla possibile candidatura del dottor Luparello (centrosinistra), gli unici contendenti alla poltrona, al momento, restano l’attuale sindaco Zambuto e il consigliere Arnone.
Una corsa elettorale che da settimane va a tutta velocità, giocata a colpi di accordi (Zambuto) e visibilità mediatica (Arnone), senza che né da una parte, né dall’altra, si sia ritenuto di dover proporre ai cittadini un progetto che possa lasciare sperare a uno sviluppo economico del territorio e ad un miglioramento della qualità della vita degli agrigentini.
Una gara a due, quasi ignorata dalla cittadinanza delusa dal passato e disillusa sul futuro.
Marco Zambuto da un canto, che non ha certo brillato nell’amministrare Agrigento; Giuseppe Arnone dall’altro, moralizzatore ad intermittenza, alleato e avversario ad orologeria.
Una sfida di tutto rispetto, al Palazzo dei Giganti…
Dopo anni di solida alleanza (Zambuto per Arnone era il miglior sindaco degli ultimi 50 anni), quando al culmine di un idillio amoroso il sindaco (malconsigliato dal suo mentore che contava sui voti di Arnone per eventuali candidature) concedeva al consigliere la nomina di un “assessore ad personam”, la frattura inevitabilmente è nata in occasione della campagna elettorale.
Ritorna di grande attualità la “questione morale” al Comune di Agrigento (ce n’eravamo dimenticati?), si rispolverano le acrobazie politiche di un sindaco che ha stretto alleanze con tutti gli esponenti politici, dall’estrema destra, all’estrema sinistra.
Sembra quasi di sparare sulla Croce Rossa…
Era sembrato lo sfondamento di una barriera simbolica la candidatura di un sindaco “al di sopra dei partiti”; si è ben presto trasformata in un incubo per la città, quando grazie a sollecitazioni politiche ed accordi discutibili, ha portato all’immobilismo nel quale sta marcendo la città di Agrigento.
Il problema, ora, è capire chi può portare Agrigento fuori dal pantano nel quale è stata cacciata.
E a giudicare dagli “atleti” in campo, pare ci sia veramente poco da stare allegri…
Intanto, ogni giorno, gli agrigentini devono fare i conti con i problemi economici che affliggono le famiglie di una delle più povere città d’Italia, con la crisi occupazionale, con le strade dissestate, con una depurazione delle acque inesistente o quasi, con i tanti disservizi che rendono invivibile questa città.
La città si è divisa. Da una parte gli agrigentini con i mille problemi del vivere quotidiano, dall’altra i partecipanti a una corsa campestre, al traguardo della quale, c’è quantomeno uno stipendio assicurato. Vi sembra poco in tempi di austerity?
Provate a chiedere ai nostri politici di mostrarvi le proprie dichiarazioni dei redditi relative a periodi antecedenti all’occupazione di cariche politiche, o al netto degli emolumenti derivanti delle stesse…
gjm