Potrebbe partire dal Messico una nuova battaglia che gli Anonymous potrebbero intestarsi.
In un video del 6 ottobre 2011, un uomo con la classica maschera utilizzata dagli Anonymous, minaccia di rivelare i nomi degli alleati che il cartello messicano Los Zetas, ha all’interno delle istituzioni.
La minaccia di attaccare i narcotrafficanti, divulgando i nomi di politici e poliziotti corrotti, nasce a seguito del sequestro di un appartenente all’organizzazione di hacker, che sarebbe stato rapito dai potenti cartelli della droga messicani Los Zetas, mentre partecipava all’ “Operazione Paperstorm”, nella città di Veracruz.
L’uomo, chiede il rilascio immediato da parte dei narcotrafficanti, dell’hacker attualmente tenuto prigioniero.
“Per il momento – dichiara l’uomo nel video -, non invieremo le foto o i nomi … di tassisti, d i giornalisti o giornali, né degli agenti di polizia, che hanno collaborato con Los Zetas, ma, se necessario, le pubblicheremo, compresi gli indirizzi , per vedere se così facendo il governo li arresta… Non sarà difficile. Sappiamo tutti chi sono e dove sono.”
Intanto, dalle pagine degli Anonymous messicani su Facebook, e con commenti ad articoli stampa sull’argomento, gli hacker prendono le distanze dal videomessaggio: “Cari seguaci e sostenitori di questa pagina – recita il post sulla pagina di fb -, il gruppo degli Anonymous del Messico, non è responsabile degli attacchi da parte di hacker, che in queste ore stanno danneggiando i siti di presunti appartenenti ai cartelli Z. La nostra lotta e i nostri ideali, non hanno nulla a che vedere con questa operazione. L’articolo pubblicato da vari media in rete, è completamente falso!!!!. Chiediamo il vostro aiuto per diffondere questo comunicato.”
Che appartengano o meno agli Anonymous gli hacker che hanno minacciato i cartelli dei narcotrafficanti messicani, potrebbe avere veramente poca importanza, visto che dopo la pubblicazione del video, il sito del politico Gustavo Rosario, accusato di essere un collaboratore di Los Zetas, è stato hackerato (guarda il sito), trovando l’approvazione di gruppi che operano anche al di fuori del Messico.
Del resto, ai gruppi Anonymous si può iscrivere chiunque e dare il via a campagne che non necessariamente devono avere il pieno sostegno del gruppo.
La stessa negazione, non ‘ufficiale’, lascia il dubbio che dietro l’uomo del video, esista realmente un’organizzazione che ha dato il via ad una nuova battaglia, anche se resta da capire se l’eventuale organizzazione non possa avere interessi diversi da quelli dichiarati, come l’eliminazione di una banda rivale.
Nonostante sia ancora da appurare l’attacco ai cartelli della droga, che potrebbe rimanere soltanto un attacco minacciato, non v’è dubbio che la storia degli Anonymous ben si presti a far ritenere vera la minaccia.
Infatti, molti dei messaggi lanciati nel web, paragonano le organizzazioni criminali alle grandi multinazionali e ai governi che gli hacker stanno combattendo.
Una delle preoccupazioni che potrebbero avere spinto gli Anonymous a prendere le distanze da quanto dichiarato nel video – anche se non in maniera ufficiale -, potrebbe essere il timore di esporre simpatizzanti e aderenti al movimento alle rappresaglie delle organizzazioni criminali.
Non va infatti dimenticato che solo pochi mesi fa la giornalista Mary Elizabeth Macias è stata uccisa solo perché collaborava con un forum specializzato in materia di narcotraffico.
A quanti sostengono che la lotta alla criminalità organizzata va fatta seguendo altre strategie, e citano come esempio l’associazione “Addiopizzo”, o quella nata in Germania “Mafia? Nein Danke! (Mafia? No grazie!)”, alcuni hacker rispondono sostenendo la tesi secondo la quale il livello di corruzioni in talune nazioni è tale che qualsiasi cosa non venga immediatamente resa nota all’opinione pubblica finisce inevitabilmente con l’essere insabbiata.
Secondo costoro, l’unico modo di colpire il crimine, è quello di diffondere notizie corredate da foto di quanti con le organizzazioni criminali sono collusi.
Gian J. Morici