Condannati in primo grado a un anno di reclusione ciascuno e a 400 euro di multa, pena sospesa, per falso in atto pubblico i due dirigenti del Partito democratico sono stati assolti dalla seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo.
Un’inchiesta nata a seguito della denuncia di un candidato del Pd, non eletto per pochi voti nelle campagna elettorale per le regionali nel 2008.
Sulla validità delle elezioni, si era già espresso il Tar di Palermo, che aveva bocciato il ricorso presentato dal candidato.
Gambino e Palermo, erano invece stati condannati dal tribunale di Agrigento, con l’accusa di aver usato un documento apocrifo che li nominava rappresentanti di lista del partito nell’Ufficio elettorale circoscrizionale centrale, allestito nel Palazzo di giustizia di Agrigento.
La condanna in primo grado dei due dirigenti del Partito Democratico, ha in più circostanze trovato spazio anche sui media nazionali, a seguito delle esternazioni plateali del consigliere comunale agrigentino Giuseppe Arnone.
Arnone, in più circostanze, ha accusato i vertici del Pd di aver truccato il tesseramento e in occasione dell’assemblea del Pd del novembre scorso, aveva aggredito i vertici del partito, poiché la presidenza del Congresso provinciale era stata affidata ad un ex senatore (Vittorio Gambino) condannato ad un anno per brogli interni al partito.
La presenza dei “condannati” Gambino e Palermo ai vertici del Pd agrigentino, è stato uno dei cavalli di battaglia di Arnone nella guerra interna al partito.
Dopo l’assoluzione dei due dirigenti del Pd, da parte della Corte d’Appello di Palermo, è inevitabile che si aprano nuovi scenari all’interno del partito.
Inoltre, non è difficile ipotizzare che la vicenda trovi ulteriore seguito nelle aule giudiziarie.
finì na campagna di fangu e ora po’ accuminciari un autra.
Mi pare che al nostro avvocato non ne infila una giusta.
Oggi si dirà contento perchè c’è ancora la Cassazione, poi le Cassazioni riunite, la revisione delle sentenze e male che gli vada il giudizio divino del quale purtroppo non sapremo mai niente.
Dobbiamo ridere o piangere?
Fedele nei secoli e Telearnone. Siciliaarnone pare che invece comincia a mollarlo. Pure i suoi comunicati stampa non passano più interi come prima. Sarà successa qualche cosa?
lasciamo perdere questa cosa di gambino e palermo, ma che forse non è vero che dentro il partito si dovrebbe fare opera di pulizia e lasciare spazio a nuove leve? arnone è arnone, però certe volte dice pure cose giuste, magari nel modo sbagliato
e ora chi lo tiene all’avvocato? poveri giudici che hanno emesso una sentenza che a lui non piace. acrà già pronti anche per loro i libri, i manifesti e i posterbus.
un’altra brutta mazzata per peppino. mah
Getile direttore ,non é ancora rinita ,perche’ c’é la corte di CASSAZIONE O NO?
E POI C’E’ LA CORTE COSTITUZIONALE ,SE PERDE ALLA CASSAZIONE O NO’