Quattro arresti, tutti nell’area compresa tra Porto Empedocle e Realmonte, il regno che fu di Gerlandino Messina. E tutti gli arrestati hanno in comune la vicinanza con l’ex latitante, uomini di fiducia, che per conto di Gerlandino imponevano e riscuotevano il pizzo che talvolta non necessariamente doveva essere in denaro sonante ma assunzioni di amici e parenti in varie imprese. Tra le vittime di quest’ultima forma di imposizione l’Italcementi di Porto Empedocle. L’operazione, in codice, è stata denominata “Dna”, perchè‚ gli arrestati sarebbero direttamente o indirettamente imparentati fra di loro e con alcuni importanti boss di Cosa nostra agrigentina. In manette, la notte scorsa, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Fernando Sestito, su richiesta dei Pm, Vittorio Teresi e Rita Fulantelli della Direzione distrettuale antimafia, notificata dai carabinieri del Reparto operativo di Agrigento comandati dal maggiore Salvatore Leotta, sono finiti: Filippo Focoso, 41 anni, di Realmonte, ritenuto il capo della famiglia mafiosa locale, fratello di Joseph, spietato killer di Cosa nostra, in carcere dal luglio del 2005 dopo che è stato catturato all’estero, in Germania, nella città di Spiesen-Elsverberg. Joseph Focoso è tra gli assassini del maresciallo dei carabinieri, Giuliano Guazzelli e sospettato di essere stato tra i carcerieri di Giuseppe Di Matteo; Salvatore Romeo, 52 anni, dell’omonima famiglia di Porto Empedocle, da sempre vicino, insieme a Maurizio Romeo, già condannato per mafia (operazione Akragas) e attualmente in carcere per estorsione, a Gerlandino Messina; Domenico “Nicu” Seddio, 38 anni, altro fedelissimo dell’ex boss empedoclino, un passato, insieme a Romeo di gregario e semplice avvicinato, un presente di emergente boss al punto che, entrambi, Romeo e Seddio, spendevano il nome di Gerlandino Messina ed imponevano il pizzo alla Italcementi segnalando parenti e affiliati da far assumere; Francesco Luparello, di Realmonte, 37 anni, affiliato alla famiglia realmontina e alle dirette dipendenze di Filippo Focoso. Su tutti gravano, in particolare, le dichiarazioni dei pentiti Maurizio Di Gati, Alfonso Falzone, Pasquale Salemi e Luigi Putrone e le indagini egregiamente svolte dai carabinieri del maggiore Leotta che hanno trovato i riscontri che i pubblici ministeri della Dda attendevano. L’operazione è scattata la notte scorsa. I carabinieri hanno eseguito la misura cautelare con la consueta professionalità. Ora, i quattro arrestati, sono attesi dagli interrogatori di garanzia.
(tratto da http://www.grandangoloagrigento.it/)