Aragona (Agrigento)- E’ partito, lunedì 1 agosto 2011, il “World Cup Aragona 2011”, un torneo di calcio a cinque che si disputerà presso l’impianto sportivo “Play off”e, al quale prenderanno parte ben 15 squadre. Calendari, risultati e classifiche verranno inseriti nei prossimi giorni su facebook nell’evento “World Cup Aragona” creato ad-hoc dagli organizzatori.
Questo torneo vuole essere, da parte di tutti gli amici di Stefano Di Giacomo, una dedica all’amico scomparso da quasi sei anni. Una dedica silenziosa, senza clamore né rumore, col solo intento di rinnovare il ricordo di quel ragazzo solare e vitale che era Stefano agli occhi dei propri cari che degli amici e di tutta la gente che ha avuto il privilegio di conoscerlo.
Stefano Di Giacomo era un calciatore dilettante ed aveva militato come portiere in campionati di diverse categorie, compreso nella locale squadra di calcio l’U.S. Aragona, con la quale aveva iniziato a giocare ed era cresciuto. Neo Dottore in Geologia, Stefano Di Giacomo viene ricordato da amici e conoscenti come una persona brillante, positiva, ottimista, solare, sempre disponibile ad aiutare il prossimo e con un cuore enorme. Un ragazzo legato ai veri valori della vita, tra i quali la famiglia, gli affetti e l’amicizia.
Stefano Di Giacomo perse la vita all’età di 29 anni, nel corso di una tentata rapina in una villetta di Siculiana. Una tragedia che colpì profondamente la famiglia Di Giacomo e scosse dal dolore gli animi degli aragonesi. Tutta Aragona per il giorno dei funerali si strinse attorno ai familiari di Stefano, mostrandogli affetto.
Teresa Terrasi in Di Giacomo, la mamma di Stefano, ci ha confidato di essere contenta che il proprio figlio venga ricordato da tutte le persone che gli hanno voluto bene. La signora Di Giacomo, ha anche voluto ringraziare pubblicamente, dalle pagine del nostro giornale, la famiglia Micciché per il ricordo e le belle parole spese, nel corso del “I Memorial Marco Micciché”, nei confronti del figlio Stefano: “ringrazio la famiglia Micciché ed in particolar modo Giuseppe, che ha voluto ricordare mio figlio. Toccanti ho trovato le parole di Giuseppe quando ha dichiarato al vostro giornale di non aver trovato in pubblico, a causa della commozione, le parole per ricordare Stefano ed invitare gli organizzatori a dedicare il prossimo memorial sia a Marco che a Stefano”. Teresa Terrasi si è detta vicina alla Famiglia Micciché comprendendone, col cuore di mamma, tutto il dolore per la perdita di Marco.
D: Cosa ne pensa del “World Cup Aragona” dedicato a Stefano?
Teresa Terrasi: sicuramente, un gesto da me apprezzato e di cui ringrazio gli amici di mio figlio che, evidentemente, ne conservano ancora vivo il ricordo. Stefano sin da piccolo ha giocato a pallone, il calcio gli ha dato tanto in termini di amicizie, altruismo, emozioni, regole di vita (lealtà) e sacrifici. Saperlo presente nel ricordo mediante un torneo a lui dedicato mi onora e mi rende ancora più orgogliosa.
Un grande ringraziamento da parte della mamma di Stefano, va agli aragonesi ed alle istituzioni che in questi “cinque anni e sette mesi” – precisa – le sono state sempre vicine, non soltanto con gesti istituzionali quali l’intitolazione del palazzetto dello sport di Aragona o l’albero di ulivo posto in memoria di Stefano a Siculiana, ma anche sotto l’aspetto del calore umano.
“Tutti ci sono stati vicini. Amici, conoscenti, i sindaci Bellanca e Tedesco, le forze dell’ordine che ringrazio enormemente. Una grande solidarietà nei nostri riguardi – ha ricordato Teresa Terrasi – manifestata da tutti. Un ringraziamento particolare va ai carabinieri di Aragona e di Agrigento. Persone sensibili e meravigliose che ci hanno dato conforto e supporto in momenti, veramente, terribili per la nostra famiglia. Tuttora, da loro, riceviamo visite e auguri per le festività natalizie e pasquali. Mi scuso col comandante Mario Di Julio per non aver preso parte a degli incontri/manifestazioni alle quali ero stata invitata, ma purtroppo il mio dolore interiore non me lo ha consentito. Ringrazio pubblicamente Il comandante Di Julio e i suoi uomini per quanto hanno saputo fare sia nei nostri confronti che per mio figlio Stefano”.
Quando gli nominiamo i nipoti aggiunge commossa: “solamente un poco, per amore dei miei nipoti ed anche per i miei figli, ho cercato e trovato quel po’ di forza per andare avanti. Per me la vita non esiste, – aggiunge, mentre una lacrima le solca il viso – il dolore è troppo grande. Io vivo tutti i giorni con un grande senso di vuoto dentro, dentro…”.
Nel tentativo di rincuorare la signora le facciamo presente che ha dei nipoti che le vogliono bene e, magari soffrono vedendola affranta dal dolore e, sicuramente, neppure a Stefano farebbe piacere saperla triste.
Teresa Terrasi: “si, è vero, lo capisco ma io non riesco ….”
D: Le parole di Giuseppe Micciché, rivolte sia alla madre che a lei, con le quali vi invitava ad andare avanti perché la vita continua, pensiero che ci ha confidato di aver apprezzato…
Teresa Terrasi: “si, ma lui è giovane ed ha dei bimbi piccoli, ha il dovere di andare avanti per amore dei suoi figli. Una mamma come me, però, non può capacitarsi…. È impossibile, ti manca qualcosa dentro, non può essere – confida con gli occhi lucidi, la signora Di Giacomo -, non si vive. Quando manca un figlio non è più la vita di una volta… non la puoi affrontare.. Io non ci riesco, non riesco ad affrontare la gente, la quotidianità, la vita.
Ringrazio tutti, amici e parenti, che mi invitano cercano di farmi uscire di casa, ma io non riesco a capacitarmi. Mi manca la presenza fisica di Stefano”.
La fede è un punto fermo per la signora Teresa. Le poche volte che esce di casa – spiega – si reca in chiesa per pregare. Ci confessa di aver seguito e gradito il rito che don Fabrizio ha celebrato in occasione di un torneo parrocchiale (lunedì 1 agosto): “ho seguito dal mio giardino le letture e la celebrazione di don Fabrizio, mi sono unita alle loro preghiere piangendo di gioia nel vedere tutti quei ragazzini, riuniti in preghiera, proprio in quel luogo dove mio figlio è cresciuto assieme a tanti altri giovani. Purtroppo, ancora serbo molta rabbia per il male che è stato fatto alla mia famiglia e a mio figlio. Non è facile vivere queste tragedie. È difficile. Non mi sentirei di poter dare consigli o conforto ad altre mamme che vivono il mio stesso strazio, la mia stessa rabbia, il mio stesso dolore. Potrei solo manifestargli la mia solidarietà e il mio dispiacere”.
Ritornando alla “World Cup Aragona”, Teresa Terrasi ringrazia di cuore gli organizzatori per la dedica a Stefano. Sapere il figlio vivo nel ricordo di amici e conoscenti la riempie di orgoglio e, molto probabilmente, sarà personalmente presente per le premiazioni nell’ultima serata del torneo.
La famiglia Di Giacomo ha vissuto e vive il proprio lutto con dignità e nel silenzio, nessun riflettore o circo mediatico. Nel 2005 fu proprio Teresa Terrasi, di comune accordo con la famiglia, a dire no alle televisioni nazionali che, probabilmente, avrebbero trasformato senza alcun contegno il dolore in un morboso spettacolo mediatico “usa e getta”. Saperla contenta per questa iniziativa del “World Cup Aragona” è, sicuramente, un grande riconoscimento per gli organizzatori.
L’invito è quello di seguire il “World Cup Aragona” rinnovando il ricordo di Stefano Di Giacomo a quasi sei anni dalla sua scomparsa.
Totò Castellana
Stefano per sempre nei nostri CUORI e nella nostra memoria.
Bellissimo articolo totò! I miei complimenti
Alan