Tre nuovi articoli di Alida Amico, pubblicati su “Centonove” di questa settimana.
L’addio di Scalia
La lunga “telenovela” dell’addio – scrive la Amico -, andava avanti ormai da mesi. Già all’inizio dell’anno, il nome di Giuseppe Scalia detto Pippo, coordinatore regionale del Fli, originario di Aragona – eletto alla Camera in quota Pdl nel collegio della Sicilia occidentale – circolava abbinato a quello dell’ex coordinatore nazionale del Fli, Adolfo Urso, su un probabile addio al partito di Fini. Insomma, che Pippo Scalia, avesse da tempo la valigia pronta, non era certo una novità. Nonostante sia poi calato il silenzio sulla “diaspora” degli ex finiani (al tandem si è aggiunto, nel frattempo, anche l’ex ministro Ronchi), a fargli fare il passo decisivo di questi giorni, sarebbe stato soprattutto il “nuovo corso” inaugurato nel Pdl da Angelino Alfano, come lui agrigentino. Il quale avrebbe offerto a Scalia & co. le “garanzie” opportune, per fare scattare la decisione di voltare definitivamente le spalle al partito di Fini.
La “scialuppa” politica – come hanno reso noto, in un comunicato congiunto, gli ex futuristi transfughi – sarebbe la nota “proposta” di Angelino Alfano, neo segretario del Pdl, di dare vita ad una “costituente popolare”…
Ed anche se Alfano, di rimando, applaude allo “strappo” della troika (ex) futurista, come un “successo” da annettere alla sua personale leadership (“si tratta di una decisione libera, scevra da interessi di parte, dettata da un importante segnale di condivisione di un progetto ambizioso…” ha sottolineato), lo sanno anche le pietre, non solo ad Agrigento, che al di là della verniciata politica, sul piatto di Pippo Scalia, ci avrà messo certamente dell’altro…
Ad incrociare Angelino Alfano, oltre che gli ottimi rapporti – coltivati fin dai tempi dell’ex governatore Totò Cuffaro (suo cugino acquisito per parte della moglie) – lo portavano soprattutto le ambizioni del giovane delfino del Cavaliere, oggi in ascesa. E pronto a tutto, da buon Scorpione, pur di rafforzare la sua leadership dentro il Pdl ed in Sicilia…
“L’uscita di Urso, Ronchi e Scalia, è una non notizia, essendosi posti da tempo fuori dal partito…” è stato il commento defilato e sarcastico del vice presidente Italo Bocchino. Mentre per il senatore siracusano Fabio Granata la “defezione di Scalia” pur dispiacendogli umanamente “politicamente è ininfluente e contribuisce a far chiarezza”…
Al momento, il rientro di Scalia sotto l’ala berlusconiana ed alfaniana, non sembra trovare grandi emuli. Restano con Fini i 4 deputati regionali: compreso lo stesso Luigi Gentile (ex assessore regionale ai Lavori Pubblici), fedelissimo di Scalia, ed attuale coordinatore provinciale del Fli agrigentino ( designato nei giorni scorsi, insieme a Massimo Grillo, vice segretario regionale del partito). Anche se i maligni, non credono al “divorzio” politico dell’inossidabile coppia Scalia & Gentile. I soliti giochini, insomma…
Non lo seguirà, neanche l’attuale assessore regionale al Territorio ed Ambiente, Gianmaria Sparma…
L’unico politico che ha dichiarato di seguirlo, è suo cognato: Raimondo Buscemi, attuale presidente del consiglio provinciale di Agrigento…
Nonostante nella destra agrigentina, fin dai tempi di An, a Scalia non l’hanno mai amato (i 2 ex deputati regionali aennini, Peppe Infurna e Giancarlo Granata, l’hanno da tempo mollato). Ad alimentare fughe ed abbandoni dall’ex An, soprattutto la sua concezione ”familistica” del potere, ed i metodi di “desertificazione”…
Malpancismi nel Pdl. A farne le spese, potrebbe essere l’attuale parlamentare nazionale, Enzo Fontana, già presidente della Provincia (ed alfaniano doc).Al quale, gli verrebbe proposta in cambio, la candidatura a sindaco della città dei Templi, l’anno prossimo. Ma basterà? Angelino Alfano, è comunque determinato a riprendersi tutte le “case matte” del potere nella sua città e dintorni. A Sciacca, ultimamente, ha riallacciato i rapporti con l’ex consigliere comunale forzista, Fabrizio Di Paola, avvocato ed ex Udc. Dovrebbe essere lui, il “cavallo vincente”, su cui Angelino punterà alla prossima tornata elettorale del 2013…
Gli Ato virtuosi
SCIACCA – Gli Ato “virtuosi”, fanno fronte comune. Capeggiati dai sindaci di una settantina di Comuni, sparsi tra le province di Agrigento, Palermo, Trapani e Catania, non vogliono saperne di confluire nei nuovi ambiti provinciali ( previsti dalla legge n. 9/2010), che prenderanno il posto dei 27 Ato rifiuti. “Pur condividendo lo spirito della riforma – ha scritto ad una settantina di colleghi il primo cittadino di Sciacca, Vito Bono del Pd, invitandoli a partecipare ad un’assemblea nella città delle Terme – risultano, di contro, poco comprensibili, le ragioni che hanno indotto il legislatore regionale a sopprimere anche gli Ambiti, che hanno gestito il ciclo dei rifiuti in modo oculato e nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità”. Per salvare l’esperienza “virtuosa” dei 4 Ato siciliani, i sindaci dei Comuni interessati, hanno così chiesto, al presidente della Regione Lombardo, di salvaguardare i suddetti ambiti. Il cui servizio di raccolta e gestione dei rifiuti, rischia di essere “gravemente compromesso” dalla recente riforma regionale sui rifiuti. All’incontro svoltosi nei giorni scorsi a Sciacca, c’era anche il presidente dell’Ato agrigentino “Ag1-Sogeir”, Vincenzo Marinello. L’ente, che amministra dal dicembre del 2002, è una delle poche realtà “virtuose”, nel mare magnum della mala gestione dei rifiuti made in Sicilia. Tant’è, che anche quest’anno Marinello è andato a Roma, a ritirare il premio di Legambiente, assegnato ai ”Comuni ricicloni”…
Con un bacino di 135 mila utenti, ed una media del 40 per cento di raccolta differenziata (in una decina di centri, superiore al 50%), all’Ato Ag1, si pagano bollette sui 160 euro ( mentre altrove, sono a quota 400 euro). La raccolta dei rifiuti, costa in media 12 milioni di euro l’anno (mentre nella vicina Agrigento viaggia sui 45 milioni)…
I sindaci dei 4 Ato “virtuosi” made in Sicilia, per non precipitare nel “baratro “ dell’inefficienza, hanno ribadito che non intendono aderire alle costituende Ssr: le 10 società spa (una per provincia), che prenderanno il posto dei 27 Ato rifiuti. “In Sicilia, non siamo tutti uguali – ripete il presidente dell’Ato Ag 1 Marinello – ci sono una settantina di Comuni e 4 Ato, dove le cose sono andate diversamente in questi anni. Per cui, non vogliamo entrare nel calderone insieme agli altri Comuni…
Sulla stessa lunghezza d’onda, anche il sindaco di Caltagirone, Francesco Pignataro…
Intanto, i sindaci del calatino, a difesa del loro Ato “virtuoso”, hanno già impugnato davanti al Tar del Lazio, il commissariamento imposto dalla Regione…
Sul piede di guerra, anche il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, dell’Ato “Ecologia e Ambiente”. “Non ci convince, con tutto il rispetto, la filosofia della Regione – punta il dito Burrafato – anzi ci sembra quanto mai deleterio, che anziché risolvere i problemi degli enti e società che hanno operato male, si cerca di annegare l’esperienza dignitosa in itinere, in società (Srr) su base provinciale…”
In prima fila, per cambiare la legge 9, anche il sindaco di Alcamo Giacomo Scala, nella doppia veste di vice presidente regionale dell’Anci. Insieme ad altri 11 Comuni, fa parte dell’Ato “Terra dei Fenici” che gli assicura una raccolta differenziata, tra il 52 ed il 57% (a Calatafimi e Buseto è al 65%).
“Fin dall’inizio, sono stato contrario a questa legge – chiosa il sindaco di Alcamo – perché sono previsti una serie di adempimenti, da parte della Regione, Province e Comuni, che, se si interrompe la filiera, diventa inapplicabile. A ciò, si aggiunge anche la mancanza del piano regionale dei rifiuti…
“L’assessore Marino, ha però dichiarato, saggiamente – rivela il sindaco Scala – che non intende commissariare i Comuni che stanno bocciando l’adesione alle varie società Srr, ed intende rivedere la norma, anche alla luce del referendum…”
L’assalto alle mura Dionigiane
SIRACUSA – Anche il recente appello, lanciato al sindaco Roberto Visentin, dal leader del Fli Fabio Granata, di nominare una giunta di “salute pubblica”, è caduto nel vuoto. Troppe le divisioni interne, che stanno paralizzando la maggioranza di centro destra (Pdl, Fds e Pid). Che, dopo la estromissione degli assessori del Fli e del Mpa (perché a Palermo alleati di Lombardo), non riesce a governare una città di 123 mila abitanti. Nonostante a Palermo ed a Roma l’area di centro destra collezioni parlamentari, assessori e persino un Ministro della Repubblica, del calibro di Stefania Prestigiacomo. La quale, tiene contemporaneamente in pugno, sia il sindaco Visentin, che, tramite il consorte, il notaio Angelo Bellucci, il Pdl aretuseo (in tandem con il deputato regionale Vincenzo Vinciullo).Pdl allo sbando…
Lo “scoglio” da cui la giunta Visentin non riesce a disincagliarsi, collezionando da oltre un anno, magre figure ed impopolarità tra la società siracusana – anche per via del coacervo di interessi economici in ballo – resta soprattutto il Piano regolatore cittadino. O meglio, l’approvazione delle cosiddette “Varianti della bellezza” al Prg, deliberate come “atto di indirizzo” lo scorso 21 dicembre, dalla maggior parte dei consiglieri comunali…
Avrebbero dovuto tutelare zone di grande pregio della città: come l’area costiera della Pillirina, e le Mura Dionigiane risalenti al quarto secolo A.c. Laddove il Prg (varato nel 2004 dall’ex sindaco Bufardeci), prevedeva, invece, la costruzione di centri direzionali, alberghi e ville. Insomma, una mega colata di cemento, che rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza del capoluogo aretuseo, come patrimonio dell’Unesco…
A denunciarlo, le battagliere 58 associazioni ambientaliste e culturali di S.os.,( capeggiate dal campione delle immersioni subacquee, Enzo Maiorca).
Visentin “pinocchio”. Ma a fare scattare la rivolta dei consiglieri comunali d’opposizione (Pd, Fli, Sel), ed a surriscaldare gli animi dei rappresentati di “Sos Siracusa” – durante l’ultima seduta del consiglio comunale, svoltasi nei giorni scorsi – è stata la “scoperta” che il sindaco Visentin, già nel mese di febbraio, tramite il dirigente dell’ufficio urbanistica Mauro Calafiore (vicino al parlamentare del Pid Pippo Gianni), aveva autorizzato la ditta Frontino, a realizzare, proprio a ridosso delle Mura Dionigiane, 75 villette, un centro direzionale ed alberghi…
La mozione di sfiducia. Il tutto, in gran segreto, visto che l’intero consiglio comunale, non ne era a conoscenza. “Nella seduta del 10 maggio scorso, il sindaco ed il dirigente Calafiore – denuncia il capogruppo del Pd Giancarlo Garozzo, che insieme ai partiti d’opposizione ha presentato un atto di censura..
Noi continueremo ad incalzarli, ed a settembre presenteremo la mozione di sfiducia, per mandare questa giunta a casa”…
Ricorsi al Tar. Per Giuseppe Patti, presidente del Wwf, che aderisce ad Sos, il sindaco ha “preso per i fondelli il consiglio comunale,le associazioni ambientaliste ed i cittadini”. “Ha mentito, sapendo di mentire!” accusa. “Visentin, ha perso la verginità: poteva passare alla storia come un sindaco per bene, ed invece passerà per essere un cementificatore e speculatore, al pari degli altri…
Anche il Procuratore della Repubblica Ugo Rossi, giorni fa, ha puntato il dito contro questo sistema vigente a Siracusa…” Vinciullo fa l’ “incazzato”. Vincenzo Vinciullo, co-coordinatore provinciale del Pdl, cade anche lui dalle nuvole. “Non sapevo nulla, pur essendo assessore della città e deputato regionale, che fossero state firmate queste convenzioni. E sono infastidito, incazzato, per quanto accaduto…
Illustre direttore , l’on.le Fontana sara’ il SINDACO DI AGRIGENTO E FABRIZIO DI PAOLA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO .SALVATE QUESTA COMMENTO E VEDRETE SE NON SARA’ COSI’.